L’episodica applicazione

Minimo comun denominatore, il Talento.

Sapete, esso trovasi tanto ramificato quanto parcellizzato.

Esso cavalca e disdegna.

Cavalca quando travalica confini.

Disdegna quando s’appunta e schiva.

Accade – intendo – che persone si dedichino ad una circoscritta area dello scibile, ed allo stesso tempo amino effettuare succose incursioni in promettenti limitrofie.

Ma il Talento – quando c’è – “set the tone”, come direbbe un anglosassone.

Informa di sé qualsivoglia agire, è scaturigine di esiti alti anche in territori non usualmente solcati.

Ed il Talento, in Carmen Ansi e Marella Giovannelli, c’è.

Carmen – mente affilata, percezione profonda – fa una gita in montagna.

Siede al tavolo, sciorina il frusto instagrammiano costume di fotografare beveraggi.

No, non Carmen.

Fa ben di più, Carmen.

Certo, non è una professionista dello still life, altrimenti avrebbe addomesticato le ombre sul bicchiere.

Ma l’intento – indubitabilmente, il risultato – è elevato.

Rende vivida atmosfera con felicità di mano, Carmen.

Restituisce, ed insomma, Carmen.

Restituisce il calore del tavolo, cita il suo artefice in cielo, colloca vette in cartesiana ma palpitante proporzione.

Una composizione sapientemente – od istintivamente, che è ancor meglio – orchestrata, con pesi a danzare in musicale armonia.

Marella, ora.

Poetessa, scrittrice, giornalista.

Ispiratamente lirica nel metricare, gustosamente tagliente nel penetrare le dinamiche in società.

Piove, nella Sardegna che sa ben cantare.

Uno scatto al di qua del vetro, ed è subito alato.

La matrice pittorica veleggia nel fotogramma, liquidamente ne accarezza ogni parte con suadente onirismo.

Ma c’è un ulteriore fotogramma di Marella che induce grata delibazione.

Un fotogramma che sono due fotogrammi.

No, non lo sono, invero.

Sì, lo evocano, ciò espressivamente importa.

Ciò che ho scritto in proposito a Marella è allegato a questo articolo.

Eddunque, ove siate stati punti da vaghezza dell’esserVi soffermati sulla summentovata esplicazione:la vigorosa inquadratura sortisce il subitaneo effetto di pilotare un asprodolce inganno, ergo un abbacinante incantamento.

Caverne platoniane, suspension of disbelief, siamo sempre lì.

Ecco, il Talento.

Carmen e Marella non hanno quale loro principale occupazione la fotografia.

Così, la loro applicazione in questa disciplina è episodica, estemporanea.

Ed insomma Carmen e Marella idealmente e per converso parafrasano la Bibbia (Romani 11/33): lor vie carsicamente sgorgano, ma sono tutt’altro che inscrutabili.

 

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Claudio Trezzani

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