Paradosso.
Para (contro) + doxa (opinione), nell’etimologia greca.
In Fotografia ve ne sciorino uno efficace.
Eccolo qui: un teleobiettivo spinto può esprimere una inquadratura più ampia di un grandangolo.
Subito la fotografia a corredo di questo brano, per entrare, orazianamente, in medias res, senza distrazioni.
Mare notturno, lunga esposizione, avete già capito.
Ma con quale focale?
Quattrocento millimetri, un teleobiettivo spinto.
Ma così assaggiamo l’infinito.
Un grandangolo avrebbe incluso nell’inquadratura anche la spiaggia.
Proprio vero che less is more.
Mostrandoci anche la spiaggia avrebbe “ristretto” lo sguardo, la prospettiva mentale.
Un bel bisticcio di parole.
Perché tecnicamente succede il contrario: è il teleobiettivo a restringere l’inquadratura, escludendo nel momento in cui ingrandisce.
Qui però il senso inverte sia lessico che prassi: se il fotografo avesse costretto l’osservatore a “rimanere” sulla spiaggia, gli avrebbe tarpato le ali, condannandolo alla logora consuetudine con il quotidiano accessibile.
La focale lunga invece lo proietta in un mondo di remota e seducente vastità.
È la mente a viaggiare, e la fotografia ha insospettati mezzi per sottrarla ad angustità.
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Claudio Trezzani
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