La terza via

In estrema sintesi, posso sunteggiare che nei precedenti articoli rilevavo come il precipuo pregio dei droni consistesse nella libertà di posizionamento, mentre i dispositivi a brandizione diretta di fascia elevata spiccassero per qualità d’immagine ed altre peculiarità.

Ma ecco qui illustrato un caso in cui una significativa ritrazione parrebbe preclusa ad entrambe i sistemi: una veduta in mezzo ad un torrente.

Preclusa ai droni perché – come spiegavo in altro brano – essi non consentono prolungate pose espositive che diversamente permetterebbero la resa “setosa” dell’acqua; preclusa ai dispositivi a brandizione diretta perché per ottenere la desiderata inquadratura occorrerebbe stare in mezzo all’acqua, e non si può.

Non si può? Si che si può.

Qui entra in gioco il rigore e la volontà. Il rigore: se l’inquadratura da riva è insoddisfacente, non la si prende in considerazione.

La volontà: se l’inquadratura soddisfacente prevede di entrare in acqua con il proprio corpo e con lo stativo, ci si entra.

La prima fotografia a corredo di questo brano è stata appunto realizzata con fotocamera e fotografo in acqua; la seconda mostra in quali condizioni.

Ora capite perché descrivevo una salopette da pescatore quale accessorio irrinunciabile in taluni ambiti fotografici?

La fotografia presenta già alcune facilitazioni rispetto ad altre forme d’espressione: il minimo che si possa fare è profondere un marcato impegno nel far corrispondere visione e risultato.

 

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Claudio Trezzani

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