La sedia & il mare, semiallitterante parafrasi de Il Vecchio e il mare, opera che valse ad Ernest Hemingway sia il Nobel che il Pulitzer.
Ma qui le sedie non fanno la fine del gigantesco marlin.
Niente squali, qui.
Piuttosto, una vivida recitazione.
Una vivida recitazione applicata ad un parlante inanimato.
Sono le sedie, il parlante inanimato.
E’ la collocazione e l’ambientazione a renderli eloquenti attori.
Con Pierre Pellegrini siamo, nel dialogo, al confronto.
Godono di reciprocità le due sedie, qui.
Ma il rapporto non è avulso dal contesto.
Dolcemente corniciate da un sito cui fronde aggiungono profondità, il loro discorrere è quieto, pacato e placato.
Attilio Ruffo, ora.
Il decentramento è potente, il colore pure.
Forza domata, in questa immagine.
L’icastica espressività non giunge alla ferocia, anzi promana equilibrio.
Mimmo Jodice, infine.
Come l’automobile di Gianni Berengo Gardin, la sedia a riva attende.
O scruta, o indaga.
Comunque, si protende.
Il vigoroso taglio trasversale sa di anelito.
La sedia è lì, ma non disdegnerebbe tuffarsi.
Ecco, la Fotografia.
Far parlare cose, piegare oggetti a visioni.
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Claudio Trezzani
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