Risponde, il Cielo?
Oh, non è il caso di scoperchiare il πιθος di Pandora e lasciare che teologi e filosofi s’accapiglino.
Epperò sì, fotograficamente il Cielo Risponde.
E’ un Regno di Mezzo che non ha mai fine, il Cielo.
Un Celeste Impero che travalica i cinesi confini, e che ha qualcuno nell’Iperuranio che scientemente n’agita masse.
Tutto per noi fotografi.
Sapete, accade che nelle visioni frontali ritratte dalle fotocamere un certo quantitativo di cielo ci sia.
Ma esso gradisce essere ripreso quando parla.
Quando parla?
Sì, quando Zeus s’accorda con Eolo.
Quando enfiati nembi s’addensano.
Poniamo cose succedano a terra.
Sempre così, del resto.
Ebbene, vogliamo forse accostare questo sottostante ribollire ad una superiore inespressiva immotità?
Certo che no.
Trame disdegnano soluzioni di continuità.
E’ per questo che Imperativo Categorico ancor più cogente di quello kantiano deve essere per ciascun fotografo quello di Stare al Limite della Pioggia.
Sì, al Limite della Pioggia.
Augurarsi gli Dei decidano minacciare senza precipitare.
Solo così il Cielo esprime il suo più affabulante eloquio.
In tal guisa, Versilia.
Nessun contrappunto, ponderosi disegni non avessero virtuosamente gravato su erba e passerella.
Nessun complementare antagonismo, sabbia e mare non avessero dialogato con duttili superiori articolazioni.
Ecco, la fotografia: non abdicare ad esigenze, quando necessità incontra desiderio.
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Claudio Trezzani
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