La progressione del selvaggio

Schiller: “Il caso non esiste, e ciò che sembra casuale scaturisce dalle fonti più profonde del destino”.

Ed ancora: “L’uomo è completamente uomo [omissis] solo quando gioca”.

In fotografia tutto ruota attorno al concetto di tasso d’alea, non da ora mi sono recisamente pronunciato in tal senso.

Ciò escluderebbe il destino, ma non la congiura del caso.

Già, la congiura del caso.

E’ quando dall’impreveduto nasce il possibile.

E’ lì che l’uomo principia giocare, in tal guisa legando le due summentovate asserzioni del poeta tedesco.

Il drone dall’alto cattura chiatte.

A pontile attraccate, funzionanti ma corrose.

E’ lì che l’uomo principia giocare, allorchè la congiura del caso gli offre il possibile quale scaturigine dell’impreveduto.

Perchè la corrosione genera disegni impreveduti.

Impreveduti, ed ignari di sè.

Eppure fannosi strada.

Forti di loro cromia, è lì che il grafismo reclama autonomia.

Non del tutto autonomia, epperò.

Perchè disdegnano l’olismo.

Vogliono essere esuberanti nell’integrazione, loro.

Sono la progressione del selvaggio, loro.

Non hanno la neutralità del selvaggio di Rousseau, e tuttavia.

Piuttosto, agitano il dionisiaco nell’apollineo, suscitando una ebollizione sfrenata e nondimeno racchiusa.

Il dionisiaco di una trama che fa di scompostezza ragione di sferza.

L’apollineo che il rigore geometrico ed industriale del manufatto manifesta.

E’ cielo ch’entra in carne.

Cielo che manda in acqua voluta eppoi ne suggerisce sviluppo in barca.

Cosa intendo?

Siamo approdati alla seconda fotografia a corredo di questo brano.

Stesso luogo, il drone zenitalmente coglie disegno sulla liquida superficie, indeciso se essere centrifugo o centripeto.

Ecco, il cielo ha mandato la volitiva impazienza di quella roteante voluta in acqua, eppoi l’ha suggerita per la barca.

Per le due ancorate chiatte, cui l’attesa ha apportato penetrazione del dionisiaco nell’apollineo.

Ecco, la fotografia.

All’uomo – ανζρωπος, non ανηρ, homo, non vir – è dato giocare con il tasso d’alea, quando vede il caso congiurare.

Assistendo, godere nell’interpretare.

Riconoscere Dionisio ed Apollo, sottolineare il loro gioco a sua volta giocando.

Ecco, uno Schiller a metà, in fotografia.

Fingere destino, nel giostrare con l’impreveduto.

 

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Claudio Trezzani

https://www.saatchiart.com/claudiotrezzani

 

 

 

 

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