Genere, Specie, Differenza, Proprio ed Accidente. Così nella Isagoge di Porfirio. Per il noto discepolo di Plotino, è la dottrina dei Cinque Predicabili.
In filosofia, è ciò che può essere – variegatamente, come si è appena visto – attribuito ad un determinato oggetto. E nelle due fotografie a corredo di questo brano ve ne sono tanti, di oggetti. Quanti differenti, quanti propri? Quanti apparentenenti allo stesso genere, quanti alla stessa specie (si badi: in origine scevri da connotazione etologica)? E in che misura accidenti?
La distinzione è fondamentale: il fotografo vede cose, e ne considera alcune pertinenti, altre estranee. Il mezzo che ha a disposizione per scegliere è l’inquadratura, ma non sempre gli è possibile concertare l’inclusione e l’esclusione. Accade cioè che individuata la porzione del visibile da mostrare, entro essa non tutti gli elementi risultino congruenti. Ma cosa significa “congruenti”? Funzionali alla lettura che si suggerisce. Torniamo alle due immagini allegate a questo articolo.
Quella a colori, la mezzaluna di uno spalto. Il semicerchio è collocato dove serve per sottolinearne il protagonismo, ma il terreno è caratterizzato da mancanza di neutralità: ci sono cose, non preponderanti, ma che disturbano. Disturbano, nel senso che stornano l’attenzione, arrecano nocumento alla pulizia formale: ci si dovrebbe concentrare sulla mezzaluna, ma non lo si può fare “in purezza”.
Differenze in colore aiutano la separazione, divergenze di segno la ostacolano. Siamo approdati alla seconda fotografia: è in scala di grigi. Il dato marcia nella direzione di una desiderata omogeneizzazione: tolti i colori, si elimina una fuorviante pluralità.
Ciò non basta, ma fornisce una chiave di lettura: non cambia segno ai singoli elementi, li orchestra ad altro livello. La strada è sempre strada, la vegetazione idem.
Purtuttavia, la loro interazione si svolge nell’ambito di una traslata contrapposizione: non più mezzaluna attorniata da eterogeneità, ma ripartizione binaria tra la forza grafica del nastro d’asfalto e le contrappuntanti entità che – con sparsa armonia – ne assecondano svolgimento.
Nel primo caso, un disegno che subisce cose. Nel secondo, un disegno che ne ingloba altre.
Ecco allora i porfiriani Genere, Specie, Differenza, Proprio, Accidente: ogni oggetto assume definizione in relazione al compito che è chiamato a svolgere.
È ciò che fa la Fotografia: attribuire pesi traverso accostamenti.
Trasfigura il visibile, così operando: il segno diviene simbolo a seconda di come se ne giostra lo sbalzo.
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Claudio Trezzani
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