La controfigura di Einstein

First Flight, edito da Fresh Sound Records.

Guest star – nel quintetto di Don Menza – Frank Rosolino.

Che è la controfigura di Albert Einstein.

E molto di più vi è in ciò.

Molto di più vi è nella fotografia a corredo di questo brano.

Due mostri che più mostri non si può, musicalmente.

Fulgido esponente di una felice infornata di californiani, la controfigura.

Sponda opposta del continente, l’altro.

Sapete, non si crede più del tutto alla pur illuminante figura di scienziato di Cesare Lombroso.

Che la tendenza a tatuarsi disveli indole criminale, come anche determinati tratti somatici.

Poi vi è la faccenda della fronte spaziosa, e delle espressioni cosiddette intelligenti.

Che dall’abbinamento delle due persone scaturisce un magma al trinitrotoluene, lo si evince ascoltandoli.

Ma già l’immagine suggerisce la deflagrazione di un nitroderivato.

Sapete, la musica è cervello e scuola assai più di quanto comunemente si creda.

E che le due figure ritratte siano affilati pensatori, non dura fatica avvedersene già nell’immagine.

A chi attribuire il merito di tale evidenza?

Il fotografo abbisogna di soggetto, e da esso dipende.

Ma a fare la differenza è il rapporto che riesce ad instaurare, cosa riesce indurre, cosa sa progettare e realizzare.

Ha trovato individui sprizzanti energia dalle meningi, e ha saputo cogliere il flusso di tale corrente.

Ha esperimentato sintonia, stimolato relazione, concepito posa.

Già, la posa.

Frank accarezza la coulisse con cui tanto smanetterà durante l’esecuzione, a rischio formazione di acido lattico nei muscoli (ma badate, è sempre la mente a guidare).

Come armiere che titilla arma di distruzione, ed insomma.

Don sorregge il sassofono tenore con la levità che il suo futuro ditteggiare esprimerà.

Già, levità.

Sapete, quando una automobile è potente, sembra più leggera.

Ed anche nel suo caso l’arma di distruzione è trattata con preventiva cautela:
ad attestarlo è il proteggi/bocchino che impedisce a lingua e denti di precocemente aggredire l’ancia.

La posizione dei due strumenti, delle mani, l’atteggiarsi delle teste, il diverso angolo delle bocche, tutto costituisce un vivido arazzo, un nervoso reticolo che anticipa la prossima esplosione d’energia cinetica.

Ecco, la Fotografia: nel trovare valore, esprimerlo.

 

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Claudio Trezzani

https://www.saatchiart.com/claudiotrezzani

 

 

 

 

 

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