Da tempo vado sostenendo che accessori quali una salopette da pescatore od una bicicletta a pedalata assistita spiccatamente giovano al fotografo.
Ma l’ascolto della notte trae beneficio ancor maggiore se si scende dal sellino.
Nel silenzio delle quattro – l’orario più propizio ai furti in case, agli arresti dei terroristi, alle fotografiche deambulazioni – un seminascosto mormorio.
È un rivolo d’acqua che la diurna volgarità direbbe fogna.
Sommessamente scava una selva oscura.
È lì, con me spalle all’asfalto ed in fondo cemento.
Lampionici residui sbalzano in drammatico rilievo nervosi sterpi.
La selva per culla, umani alveari per sfondo.
La coesistenza del selvaggio nell’urbano:
Claudio Trezzani
https://www.saatchiart.com/account/artworks/874534
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