Interferenza, collaborazione, forma

Ogniqualvolta mi trovo in un sito naturalistico, inesorabilmente cesso la sessione fotografica al subitaneo apparire – dopo l’alba, oppure se le condizioni metereologiche volgono dal nuvoloso al soleggiato – di indesiderate strisce di luce.

O della così appellata Pulizia Formale.

Perchè ciò che interferisce, nuoce.

Può epperò ciò che interferisce divenire costruttivo?

Sì, ed allora il vulnus viene meno.

L’etimologia d’interferire (dal latino inter + ferire = colpire), viene meno.

Così, la differenza – netta e parziale – di luminosità dovuta alle condizioni della scena non insulta più la composizione, invece arricchendola.

Stiamo parlando di ombre.

Benedette, quelle di Dom DS e di Mabry Campbell.

Dom s’inscrive in vasta e variegata tradizione.

Lo sapete, esistono vari τοποι circa il modo con cui si può far colpire un volto dalla luce, talvolta attribuiti per antonomasia allo stile di celebri pittori.

L’ombra di Dom  – quella sotto il mento – è un brandello di cappello.

Un brandello di cappello?

Sì, perchè ha la stessa energia cinetica della falda del copricapo.

La stessa energia cinetica?

Sì, la potenza di un grafismo crea movimento.

Che la tricologica frangia arresta.

Arresta?

Sì, cascando giù per puntuti segmenti controbilancia la curvatura trasversale dei summentovati elementi.

Sapete, è sempre una faccenda di pesi e misure, qui sapientemente armonizzati.

L’ombra di Mabry, ora.

Di primo acchito parrebbe una delle tipiche situazioni che rifuggo.

Perchè ciò che ombra disegna configura addizione alla primigenia purezza del manufatto.

Ma altre dinamiche giocano qui.

Abbiamo la decisa, violenta linea trasversale di separazione.

Indi i sovrapposti bordi sinistri della piramide.

Infine, la crescente fondità del buio, scendendo a destra.

Un reticolo di forme sovrapposto all’insieme originale, eddunque.

Un reticolo tonale dialogante con una composizione formuale.

Non si muta, si apporta.

E De Chirico, decisamente.

Sì, Giorgio De Chirico.

Del grechitalico pittore, il mistero.

Sì, il mistero.

Quel sistema di ombre è lo sguardo di una divinità che si posa sulla costruzione.

L’indaga, la scava, ne sonda profondità.

Ciò la Fotografia può, quando s’allea con la Luce.

 

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Claudio Trezzani

https://www.saatchiart.com/claudiotrezzani

 

 

 

 

 

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