Chiedete a Napoleone od Hitler, se V’aggrada.
Temo non Vi parleranno bene del Generale Inverno.
Che è ambivalente, per chi abita lì.
Mette in scacco i nemici, ma espone a rigori.
In non pochi dipinti di scuola russa ho ravvisato l’intento di scaldare i paesaggi di colà traverso la temperatura di colore.
Calde pennellate, e l’algida severità ne risulta mitigata.
Ed in fotografia?
Lo sappiamo, basta un cursore.
Ma cosa davvero discrimina il freddo dal caldo?
Due le immagini a corredo di questo brano.
Mercé i colori, calde.
Ma la trama di ciò che si vede disvela la realtà termica: brina, ergo freddo.
Una incongruenza da bandire?
Sono piuttosto proclive definirla una giustapposizione funzionale.
Il disegno rende il sembiante veritiero; le cromie mostrano il desiderio palpabile.
Sì, il desiderio.
È fuori dall’inquadratura, ma in tal guisa lo si porta dentro.
Una situazione è rappresentata con fedeltà tramite la neutralità descrittiva di ciò che la lente cattura; l’interpretazione coloristica infonde allo scenario lo stato emotivo del ritraente.
Eco, la fotografia.
Senza tradire, forze e proiezioni trafiggono l’immagine.
Vengono dall’esterno, confortevolmente allignano, di nuovo si librano.
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Claudio Trezzani
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