Il Famigerato Comando

Prassi, funzioni, automatismi.

Potremmo quasi definirlo un ordine cronologico.

Nel senso che più si raffinano gli algoritmi sottesi ai programmi di postproduzione digitale, meno parrebbe necessario un intervento umano non personalizzato.

Nella notte dei tempi vi furono dunque le prassi: per ottenere cose, una serie di passaggi.

Ma l’intelligenza delle funzioni progredisce, pertanto si potrebbe essere indotti a ritenere che un automatismo rappresenta soluzione del tutto convincente.

Sapete, tra i comandi che combinano una pluralità di parametri vi è il comando così appellato “chiarezza”.

E’ una traduzione italiana piuttosto approssimativa, ma ormai invalsa.

Ed è proprio questo Comando che non esito definire Famigerato, come nel titolo del presente articolo.

Perché dico ciò?

Sapete, cospicuo nocumento esso ha arrecato presso l’utenza meno avvertita.

Esso s’occupa di incrementare il contrasto dei toni medi, ma la sollecitazione può imboccare direzioni antipodali.

Ovvero può anche ridurre la nettezza della relativa gamma tonale.

È ciò – azionarlo per valori negativi – che s’usa fare nel settore della moda, applicando maschere per trattare la pelle.

Ovviamente, per il summentovato impiego, esso non rappresenta che una minima parte degli interventi di fino operati dagli specialisti del settore.

I più, ed invece, spostano il cursore all’estremità destra della sua corsa in fotografie di stampo generalista.

Risultato, una immonda porcheria.

Che cattura sì lo sguardo, ma quello degli sprovveduti.

Non impiegarlo così, allora?

No, certo, vi sono casi in cui la sua azione è utile e virtuosa.

Oltretutto i software più perfezionati offrono più versioni dello stesso comando, ognuna vocato ad una regolazione di fino di fattori tra loro non coincidenti.

Un esempio d’adozione per valori positivi anche consistenti, senza necessariamente sortire effetti del tutto obrobriosi?

L’enfatizzazione del fondo acqueo subito sotto la superficie, nelle riprese dronuali in prospettiva zenitale.

Tipologia d’immagine che attiene alle due fotografie a corredo di questo brano.

Anche qui, naturalmente, la procedura non è avulsa da una molteplicità di ulteriori accorgimenti, che risultano pertanto tra loro concatenati e interdipendenti.

Ecco, concatenati e interdipendenti.

Epitome della fotografia, questa, e della sua dimensione artigianale.

Perché ottimizzare al computer non è concettualmente dissimile da modus operandi di un maniscalco, di un ebanista, sinanco di un orefice.

Rifinire, ed insomma.

Farlo di propria personale mano, profittando degli ausili semiconfezionati cum grano salis.

 

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Claudio Trezzani

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