Il dovere della scoperta

Il tema della valorizzazione delle italiche risorse paesaggistiche è stato da me più volte affrontato.

La mia attenzione si è da alcuni anni incentrata sul rapporto tra acqua e natura circostante e – con riferimento al paesaggio montano – un primo risultato di questa attività è consistito in Rock-water.

Da allora non ho cessato di esplorare siti tanto incantevoli quanto negletti, perché situati in luoghi impervi e/o seminascosti. Nell’ambito di questo intendimento ho affiancato alle fotografie e filmati da terra ritrazioni dronuali, aggiungendo così ulteriori possibilità prospettiche.

Recentemente, all’alba, stavo fotografando un’alta cascata ubicata nei pressi di Isola di Fondra con la reflex issata su stativo quando improvvisamente il regime acqueo è considerevolmente aumentato (presumo per intervento “da remoto” effettuato sulla stazione in quota nell’ambito di una preordinata programmazione di regolazione). Per risultato, il fascino della ritrazione è considerevolmente aumentato.

Così, ho proseguito nella realizzazione di fotografie e filmati da terra, per poi approfittare dell’inpareggiabile opportunità che il drone offre di contemplare questi spettacoli da inquadrature diversamente inattingibili. A corredo di questo brano mostro cinque esempi di una prolungata sessione al riguardo.

Dal momento che a poca distanza da questo sito vi sono le celebri cascate di Valbondione, delle quali il regime acqueo viene aumentato solo in rade circostanze, tuttavia preannunciate al pubblico, perché non si è fatto lo stesso per questa imponente cascata sita in comune di Isola di Fondra?

La risposta è presuntiva ed amara: perché essa non può essere rimirata in condizioni di sicurezza.

Essa si trova infatti a ridosso della strada principale, ma in in punto che gli automobilisti non possono notare perché la tortuosità del tracciato suggerisce di non distogliere lo sguardo dalla strada. Inoltre, anche conoscendo il sito, non vi è alcuno slargo ove sostare senza rischiare, persino per i pedoni. Il drone allora consente di avere accesso al sito senza problemi di vulnerabilità.

Ma la questione di fondo rimane: troppi luoghi in Italia sono celati alla contemplazione dei più poiché le autorità non predispongono adeguate misure di fruizione.

Alla fotografia, dunque, il compito di sensibilizzare il pubblico su questo aspetto, affinché un patrimonio comune possa essere – almeno in questa forma – condiviso.

 

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