Il dialogo e la subordinazione.

Visioni zenitali tramite droni.

 

In una singola sessione, esplorando aree limitrofe, ci imbattiamo in due situazioni pressoché antitetiche.
In una assistiamo ad una plurima interazione fra elementi: il soggetto albero dialoga con il soggetto campo, nelle sue valenze generali; i soggetti alberi dialogano tra loro; altrettanto fanno i soggetti campi.
All’interno di questi ultimi, vi è un ulteriore dialogo geometrico che si sostanzia delle striature da lavorazione.
Abbiamo così una stratificazione linguistica vertiginosa nel suo intreccio tra parti, ciascuna delle quali, pur funzionale al quadro complessivo, serba una individualità potenzialmente autonoma.
Nel secondo caso, invece, il protagonista è l’unico albero, mentre la superficie a terra è relegata ad una funzione accessoria, la cui tendenza a relativa neutralità per converso esalta il soggetto che attornia.

Intuibilmente, la distinzione tra i due scatti non va intesa in senso manicheo: individuata una cifra prevalente, essa si esplica in maniera prepotente ma non assoluta. Purtuttavia, questi due esempi evidenziano come la realtà, in uno stesso contesto, è duttilmente indirizzabile a segni di distante orientamento semantico.

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