In Emilia e Veneto vi è più d’un borgo “specializzato” nel colore, con le Pro Loco ben liete d’amministrare le tinte pastello sugli edifici.
Tuttavia, una generale intonazione alla vividezza – mi sto riferendo all’Emilia Romagna, ora – è sparsamente colà ravvisabile.
Modena non sfugge alla propensione.
Fotografia di strada.
S’annoverano in questo settore le quattro immagini a corredo di questo brano.
Nikon D800 con su montato il delizioso Nikkor 180 mm f2,8 AFD.
La scelta è assai personale, e ben efficace nel summentovato genere.
Si dispone di un insieme agile e potente nell’avvicinare cose e persone.
Soprattutto, persone.
Rispetto alle quali occorre maturare prontezza: sapere cosa fare e farlo all’istante.
Scatto dopo scatto, si profila un tema.
Modena e il colore, lo potremmo titolare.
Ma ecco che emerge una ulteriore termine, ed è Unità.
Si sono ricondotte persone e cose entro l’alveo della stessa specie.
Nel caso della persona su gradini assisa, in particolare ed a titolo esemplificativo, registriamo una coincidenza cromatica tra incarnato ed intonaco che inscrive omogeneamente l’elemento umano nella cadenza architettonica, pur senza indebolire il peculiare gesto.
Anche questo la Fotografia consente:
estrarre un motivo da una sequenza senza abdicare a singolare specificità.
L’autore si scusa per il rovinoso effetto di aver dovuto ottemperare alle norme attorno malinteso senso di privatezza: ne sono indesiderato prodotto la pixelatura sui visi.
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Claudio Trezzani
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