Il bivio.

In “Il baratto” avevamo trattato l’opportunità di mutare l’aspetto corrente (“corrente” in accezione tanto dinamica quanto convenzionale) dell’acqua dosando il tempo d’esposizione.

Quanto a questo, è possibile cambiare la prospettiva di valutazione.

Sirmione, le due fotografie a corredo di questo brano sono state realizzate durante la stessa sessione.

Infuriava il vento, irosamente increspando la superficie del lago.

Nella prima fotografia si è tradita la situazione.

Perché?

Ciò in quanto della liquida agitazione non permane alcuna traccia.

Per quale ragione allora si è celata una caratteristica consustanziale all’occasione?

Perché premeva porre in risalto la forza architettonica delle castellari propaggini in acqua senza distraenti interferenze.

Certo, la seconda immagine – quella con gli esili arbusti in acqua – illustra più fedelmente il momento, ma risulta meno caratterizzata.

È una questione di quantità interfacciata a qualità (in senso di peculiarità) :
qualora il moto ondoso fosse stato ancora più veemente – auspicabilmente con spumose creste visibili – allora sì sarebbe stato proficuo “spingere” in quella direzione, con una immagine intonata ed accordata su quell’imperniante e pregnante particolarità.

Si tratta dunque di decidere quale sentiero imboccare.

Ma le insidie sorgono ad ogni passo.

Un esempio?

Nella fotografia di lunga esposizione si nota in prossimità del margine sinistro una costruzionale derivazione mancante a destra.

Orrore, si abdica a simmetria!

Perché ho tollerato ciò?

Perché diversamente sarei stato costretto ad elidere – molto peggio, a mozzare – una apertura ivi presente nella parete.

Insomma, in Fotografia la ricerca del tono coesiste con l’impiego di un vetusto bilancino da farmacista.

 

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Claudio Trezzani

https://www.saatchiart.com/account/artworks/874534

 

 

 

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