I tre livelli delle curve

I tre livelli delle curve?

Qualche Photoshop/addicted potrebbe obiettare: “O sono livelli o sono curve”.

No, niente di tutto questo.

Principiamo – se V’aggrada – da una riproduzione che debbo alla sapienza divulgativa di Annie Josephine Giraut.

E’ un olio su cartone di Victor Vasarely.

Sapore escheriano nel modo di porre prospettive e nel gusto estrusivo del contenuto.

Rigorose geometrie architettoniche addolcite dal navigare in tramata trama e dal chiaroscuro dei mattoni.

Ciò accade quando la mano dell’artefice è onnipotente in virtù del mezzo.

E in fotografia?

Ecco i tre livelli delle curve.

Alireza Bagheri Sani, mirabilmente.

Tutto è linea, fuorchè l’umano.

Cosa resa possibile dalla natura esclusivamente architettonica del contenuto, eccetto le sagome umane.

Che così divengono le uniche figure curve, sapientemente collocate nell’economia dinamica dell’insieme.

Bianca Martina, ora.

Linee feroci, perchè squillanti, pervasive, perentorie.

E persino l’umano da esse è mediato, traverso ringhiera.

Ma lassù spunta il cielo, ed allora la curvilineità trionfa in articolate volute.

Si comprende così come il tratto distintivo della curva sia la natura (di cose o persone tinta), mentre la componente manufattile s’incarica – anche se diversamente potrebbe – d’esprimere l’apparente algore che alligna in parallelismi e perpendicolarità.

Siamo approdati al terzo stadio.

Realizzato da Angel Carrancho.

Con Angel tutto è curva, perchè tutto è natura.

Tutto implode, perchè felicemente giace dopo aver vividamente scosso.

Ed il leitmotiv delle tre fotografie a corredo di questo brano è anche:

Umanità fronteggia vastità.

Umanità contrappone curve a vastità, è l’unificante corollario delle due istanze.

Uomo dietro mirino vede altri esseri.

Altri esseri popolano spazi cercati e vestono posizioni volute.

Tutto è arazzo, niente è silente.

Claudio Trezzani

https://www.saatchiart.com/claudiotrezzani