Potremmo scomodare Jacques II de Chabannes de La Palice – comunemente noto come Marchese De Lapalisse – nonché l’arboriano Massimo Catalano per affermare:
si possono ingrandire cose vicine e cose lontane; la prima possibilità si chiama macro e la seconda no.
A noi qui interessano le cose lontane.
È esclusivamente una questione di focali?
Se escludiamo due parametri, lo è sempre di meno con l’andare del tempo.
I due parametri da non considerare ai fini di questa trattazione sono:
1) la profondità di campo
2) la compressione dei piani.
Se non ci curiamo del fatto che a parità di diaframma con il variare della focale muta la profondità di campo, nonché il rapporto tra i piani, siamo pronti per le prossime considerazioni.
Che si basano sull’incrementata ed iincrementanda risoluzione dei sensori.
Le due fotografie a corredo di questo brano sono accumunate dall’estrema distanza tra fotografo e soggetto.
Nella prima il fotografo è a Lodi e il soggetto è Bergamo; nella seconda il fotografo è a Bergamo ed il soggetto è Milano.
In entrambi i casi, la distanza in linea d’aria sfiora i cinquanta chilometri.
Come è stato ottenuto questo “mostruoso” avvicinamento?
La Lodi/Bergamo risale a una decina di anni fa. Avevo montato su di una Canon 350d lo zoom 650 1300 marchiato Walimex od altra sigla. A focale 1300, essendo la fotocamera di taglia APS C, l’angolo di campo corrisponde a quello di una focale 2000 su formato Leica.
Si, duemila, avete letto bene. A queste condizioni, gli 8 MP non sono chiamati ad un eccessivo sforzo di ritaglio: già l’ingrandimento consentito dalla focale permette di non operare drammatiche riquadrature in postproduzione. Se l’immagine non è molto nitida, lo si deve allo scarso potere risolvente della lente.
Ora la Bergamo/Milano, realizzata dieci anni dopo. Ad una Nikon D800 viene abbinato un Nikkor 80 400 mm utilizzato alla massima focale. Considerato il grande divario di focale rispetto all’altra fotografia, qui sì occorre ritagliare in modo smodato al computer
Eppure, questa seconda immagine consente di raggiungere un fattore di ingrandimento paragonabile alla precedente, nonostante il grande divario di focale e grazie alla risoluzione più che tripla della più recente fotocamera.
Siamo così al cospetto di una situazione tecnico/commerciale nella quale – ai fini descritti, che come detto prescindono da due elementi inerenti a caratteristiche ottiche delle focali – l’acquisto di teleobiettivi assai spinti non è più cogente come in precedenza.
Con vantaggio di portafoglio e portabilità.
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Claudio Trezzani
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