Mi ero già occupato qui degli stadi di (ri) conoscibilità possibili con i droni nella lettura del reale.
Ora l’attenzione si volge alla progressione individuatoria. Vi sono oggetti/soggetti che si profilano allo sguardo sin dalla visione terrestre, ma cui la visione aerea zenitale giova alla dispiegazione di più vasti o differenti disegni.
È questo il caso della prima foto allegata, ove il terreno reinterpretato dai residui d’archeologia industriale dipana una tessitura che si esplica nella sua compositezza solo dall’alto.
Poi vi sono oggetti/soggetti che semplicemente sfuggono, per loro collocazione, alla percettibilità di chi, resone conscio dall’esplorazione aerea, anelebbe ricercarvi misura.
Quest’altro è il caso del tetto lamierato illustrato nella seconda foto allegata, che senza il drone sarebbe rimasto inconosciuto.
Ma sapere non è ancora scegliere: a questo provvederà l’inquadratura.
E dopo ciò – come da me accennato in precedente articolo – si innescherà il virtuoso (perché proficuo in ordine ad un irraggiamento polisemantico) processo di parallelismo/divergenza operato da ciascun visualizzatore, in opposizione o coincidenza con quanto concepito dall’autore della fotografia.
https://www.saatchiart.com/account/artworks/874534
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