Massimiliano Terzi nutre plurimi appetiti.
Pavia, ove il palato conduce.
Meglio che averla dopo, inscatolata all’ipermercato.
Meglio la versione finemente velata, piuttosto che il posteriore esperimento al cioccolato.
E sì, lì la si assapora fresca, la celeberrima torta, perchè lì nasce.
Ha oscurato il dovere per esaltare il piacere, l’eccellente Massimiliano Terzi.
Perchè sì, ha voluto essere conservativo nelle luci, Massimiliano.
Così le insegne non risultano bruciate ed il nuvolame è ben rilevato.
Ma subliminalmente Massimiliano ha in tal guisa operato per celare il dovere.
Perchè il dovere giace speculare ed occultato sul marciapiede opposto.
Sì, l’Università degli Studi.
La fatica di sforzar meningi versus l’erotico abbandono ad una fragranza che par lieve epperò tosto rivela sostanza.
Poi l’appetito si volge a novelli lidi.
Notte, barche, pali.
E la quintessenza dell’erotismo in un rettangolo.
Levigato eppur corrugato.
La materica epidermicità del legno che pare emanare la opulenta lussuria di un marmo trattato.
Un funzionale manufatto trasformato in un sublime oggetto di piacere, quel rettangolo lì sul bordo sinistro in
basso dell’inquadratura.
Ecco, la Fotografia.
Trasfigurare desideri, rendere carne cose.
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Claudio Trezzani
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