Si fa presto ad attribuire altrui ipotetiche propensioni.
Un filologo di musica antica che conobbi asseriva che i compositori medioevali avrebbero apprezzato i computers.
Si può però analizzare il percorso di un autore ed estrapolarne intenti ed esiti ricorrenti.
Ci si può altresì abbruttire limitando la propria visione di fotografie a quella di cataloghi commerciali.
Le prime tre immagini a corredo di questo brano ho infatti espunto da un catalogo di moquettes.
Anzi, i prodotti illustrati sono destinati a rivestire zerbini domestici o tappetini di automobili.
No, non è vero.
Le summentovate tre fotografie sono state ottenute dal mio drone.
Si, campi agricoli variamente coltivati ritratti in prospettiva aerea zenitale.
Conoscete Franco Fontana?
Be’, la quarta fotografia allegata a questo articolo è sua.
Si, quella con i due alberi e la loro ombra.
Che se ne ricava?
Che a Franco Fontana piacerebbe fotografare con un drone.
Senza fallo, il nesso è evidente.
Fontana in questa sua immagine – presumibilmente ottenuta da una altura – delinea una propensione, anzi conferma una estetica.
Forme e colori al servizio dell’astrazione.
Più volte in questa rubrica mi sono occupato delle potenzialità espressive della prospettiva in quota verso il terreno, sottolineando come in tal guisa sovente si benefici di un prosciugamento del segno: con siffatte vedute tendenzialmente si registra una minore stratificazione di piani rispetto alla visione frontale terrestre.
Questa minore congestione propizia la ricerca dell’essenzialità, la quale consente una depurazione del linguaggio.
Permette l’elisione di dissonanze, la mondazione dal caos.
Ciò che rimane, danza concordemente.
E porta altrove.
Sì, il mio ossessivo leit motiv circa la Fotografia luogo ove la metafora s’incarna.
FFF, Franco Fontana Fotografo.
Sì, dobbiamo proprio regalargli un drone.
All rights reserved.
Claudio Trezzani
https://www.saatchiart.com/account/artworks/874534
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