Leggere lettere.
Lettere nel senso di caratteri, quelli che scritti permettono di individuare un linguaggio.
Così i libri senza illustrazioni: l’atto del comprendere si esaurisce nella lettura.
Poi vi è la Stele di Rosetta.
Un’opera d’arte, per come appare.
Ma guai a non leggere i caratteri.
Gli storici sarebbero molto indietro, se non avessero letto.
Perchè la lettura comparata del testo greco, di quello domotico e dei geroglifici ha prodotto una reazione a catena nella comprensione del mondo antico.
Già, geroglifici.
Sono ideogrammi, i geroglifici.
L’etimologia ci parla di ιδεω (“che si vede”) + γραμμα (“lettera”).
Una lettera che si vede.
Una lettera che mostra, oltre a significare.
E una lettera che mostra senza significare?
Parrebbe ottuso, ma può essere l’obiettivo di un obiettivo.
Lo scopo di una fotografia, eccioè.
L’emozione di un segno svincolato dalla primigenia funzione, eddunque.
Sapete, spesso riflessi in acqua s’agitano ideogrammi inconsapevoli.
Ideogrammi inconsapevoli?
Alberi di barche a vela, boe, sartie.
Qualcosa a che vedere con il modo di scrivere di alcune civiltà orientali.
Siamo approdati alla fotografia a corredo di questo brano.
E al seguente video.
La stessa scena nella dissoluzione del movimento.
Dissoluzione?
Rimodulazione, piuttosto.
Reinvenzione, rinascita.
Ecco, rinascita.
Ecco, la fotografia: ogni cosa di nuovo nasce, negli occhi di chi guarda.
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Claudio Trezzani
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