Ho una terribile confessione da esternarVi: odio l’uso che Tiepolo fa del verde.
Ma come, ripudi uno dei massimi esponenti della pittura settecentesca?
Gli è che Giambattista nei suoi dipinti fa un uso del verde che non m’aggrada.
Ecco, uso. la tonalità di verde che sceglie, e dove la mette.
Possiamo parlare di uso perchè ci stiamo riferendo alla tabula rasa che una tela è:
“scegliere”, “mettere” sono verbi che discendono dalla facoltà dell’autore di operare scelte affatto personali.
Ed in fotografia?
Sì, lo so che lo sapete: il nostro occhio vede colori in base al tipo di luce che colpisce gli oggetti.
Ciò considerato, le impostazioni cromatiche fini sono giostrabili tramite pellicole, filtri, impostazioni in camera, operazioni postproduzionali.
Vi è chi elabora una propria cifra stilistica a partire da un insieme di regolazioni con cui firma ogni sua immagine.
Vi è un autore che ha dato avvio ad un filone piuttosto seguito, caratterizzando le sue fotografie con colori tenui, dominanti giallastre e basso contrasto.
Ma quando la visione primigenia sigla l’affermazione di peculiarità perentorie?
Peculiarità perentorie?
Stiamo parlando della illuminazione pubblica di monumenti.
Siamo così approdati all’immagine a corredo di questo brano.
L’abbinamento tra il cielo notturno prossimo a cedere al giorno e la luce del faro puntato sul muro fortificato appare sin dall’inizio allo sguardo come un perfetto esempio di teal orange.
Lo sapevate che “teal” è quel colore presente sul capo dell’alzavola, quel volatile che Linneo appellava anas crecca?
E se guardate bene la sua testa, non appena vi recherete presso uno stagno, v’avvedrete che le tonalità aranciate sono parimenti presenti, a sancire il forte contrasto tipico del teal orange.
Dunque, una illuminazione artificiale – relativamente “inconsapevole” di effetti cromatici collaterali – può sortire effetti riconducibili a ciò che già la natura presenta.
Naturalità, artificialità.
In fotografia il confine è labile.
Fortunatamente, lo è.
Poichè dalla collisione delle origini emergono le più seducenti alchimie.
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Claudio Trezzani
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