Disvelazione relativa

Sapete, ho esperimentato che persino durante una notte con luna oscurata è possibile camminare senza

impedimento in un luogo privo di qualsivoglia illuminazione, una volta che l’occhio s’è assuefatto alle condizioni.

Epperò: quando c’è buio ogni cosa è celata.

Svaniscono i colori, si nascondono gli oggetti.

Quella è la realtà, la mente se ne convince indotta a ciò dalla vista.

Approdiamo ora alla fotografia a corredo di questo brano.

Nient’altro che nero, l’organo ottico asseverava.

Ed invece ecco qui, la notte fatta giorno mercé un tempo d ‘otturazione di dieci minuti.

Ove il cielo nulla lasciava trapelare e impropriamente si fondeva con le cime degli alberi, abbiamo ora biancore e dettaglio.

Impropriamente, è l’avverbio testè impiegato.

Come fosse tradimento: agli astanti i sensi comunicavano un codice, successivamente stravolto dalla mediazione fotografica.

E c’è anche un’altra cosa.

Le barche – per quel flebile indizio che a stento s’intravedeva – sembravano ferme, adesso appaiono mosse.

Ma come quantificare un lasso di tempo osservativo che ci faccia considerare uno scafo non soggetto ad oscillazioni?

La sanzione dello stato è correlata all’attimo.

Il lemma è assai vago e di misura indeterminata, ma stabilisce una relazione con una qualità percettiva.

Ogni cosa è improntata a relatività.

Da questa prospettiva, l’immagine rimane fedele al reale pur risultando difforme dall’esperienza sensibile estemporanea.

Così, in fotografia.

Il sembiante è rimodellabile traendo dalla sua intrinsecità pieghe latenti.

Si muta senza rinnegare, ed insomma.

L’infinito fascino del sondare, e trovare.

 

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Claudio Trezzani

https://www.saatchiart.com/account/artworks/874534

 

 

 

 

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