In questa rubrica avevamo esaminato le potenzialità dei droni quanto a rappresentazioni di sapore astratto originate da una ritrazione zenitale in quota.
E di come talora l’esercizio della suspension of disbelief di Samuel Taylor Coleridge trovasse qui una felice applicazione inversa: dalla realtà alla fantasia.
In alcuni casi, tuttavia, la disvelazione aerea verso il basso consente analisi che dall’ambito poetico trasmigrano verso quello tecnico.
Tra le due fotografie a corredo di questo brano, quella della spiaggia – oltre a giocare sotto il profilo grafico e timbrico con le installazioni ricreazionali dietro il bagnasciuga – presenta una possibilità di viraggio interpretativo che s’incentra sulla porzione trasversale mediana dell’inquadratura: laddove la sabbia confina con le acquee spume, s’erge una catena montuosa.
Sì, una catena montuosa.
Se lo sguardo si sofferma lì, la percezione non può diversamente conformarsi.
Siamo al cospetto di una frastagliata, brunita cordigliera.
La quale, una volta di più, impone alla mente di considerare eretta – anzichè giacente – la prospettiva.
Ed è l’elevazione istessa a consentire e suggerire la suggestione, dal momento che una brandizione umana terrestre – pur nel caso di un elevato angolo di campo conseguente all’adozione di una focale ipergrandangolare – non permette lo stesso grado d’articolazione del segno.
L’immagine del traghetto, ora.
Dall’ambito poetico a quello tecnico, dicevamo.
Perchè oltre alla distribuzione tra pesi non diversamente includibili, siamo qui al cospetto di una evidenziazione della sagoma dello scafo non attingibile con altri mezzi.
Ciò porta a considerare un fattore che esula da qualsiasi istanza estetica:
come accade nelle autocorriere, la visione zenitale in quota ci mostra quanto esasperato sia il rapporto tra lunghezza e larghezza.
Sì tratta di una ratio tra lati eminentemente funzionale alle grandi dimensioni:
se in ambito stradale il rapporto tra lati in una automobile presenta una differenza assai meno pronunciata, altrettanto si verifica in ambito nautico.
Sì prenda in esame un qualsiasi motoscafo di cinque o sei metri in configurazione open e ogni cosa apparirà immantinente chiara: lì lo scafo è assai più largo, in rapporto a quanto s’estende longitudinalmente.
Ciò risponde all’esigenza funzionale di massimizzare lo spazio a bordo, mentre nel caso d’un translatlantico non si ritiene opportuno che il baglio superi un certo valore, sia per questioni idrodinamiche, sia perchè ciò ostacolerebbe il percorrimento dei canali artificiali.
Ecco, dunque, la fotografia con droni: sviscerare geometrie, sia al servizio del volo pindarico che della pratica intellegibilità.
All rights reserved
Claudio Trezzani
https://www.saatchiart.com/claudiotrezzani
Lascia un commento