Leonardo da Vinci: “verrà il giorno in cui uomini come me guarderanno all’uccisione di animali nello stesso modo in cui oggi si guarda all’uccisione degli uomini”.
Michelangelo Buonarroti, scrivendo al fratello Giovan Simone: “Se’ una bestia, e io come bestia ti tracterò”.
Che c’entra con la fotografia?
C’entra, eccome.
Nelle due immagini a corredo di questo brano spinge ad una lacerazione interiore degna di quella provata dal principe Amleto.
Uomini o bestie, ed insomma.
Quanto simili, quanto diversi, quanto spazio loro assegnare.
Spazio, letteralmente.
Posizione, precisamente.
Ruolo che deriva dalla posizione, ed insomma.
In montagna colgo scena di sapore bucolico.
Ma l’idillio tosto cede il posto alla summentovata shakespeariana lacerazione.
All’interazione tra canoni ed etica, in fotografia.
Primo canone, la regola di lasciar spazio alla direzione dello sguardo dei soggetti.
Ho un fotogramma anche per questo – ove vi è ampio respiro sulla destra per dove andrà il gruppo – ma non è funzionale al tema mostrarlo qui.
Piuttosto, qui abbiamo due diverse calibrazioni che corrispondono a due visioni etiche.
Come è possibile?
Sapete, l’inquadratura dove l’uomo ò più a destra è leonardiana.
Perchè?
Ciò in quanto non fa distinzione tra uomo ed animali.
Non la fa perchè non riserva maggior considerazione al soggetto magliettato, rispetto agli altri, nell’attribuire pesi mediante collocazioni.
L’altra fotografia assegna invece un certo tasso di preferenza alla figura eretta, per dove la mette.
E del resto, persino sopravanzando i desiderata di Leonardo, verrà mai il giorno in cui toccherà travisare i musi anche degli animali, non avendo da essi ricevuto esplicito consenso alla propalazione?
Tutto ciò indica che vi è un rapporto tra canoni, tecnica, sintassi e grammatica della ritrazione, ed etica.
La fotografia mostra il reale, la percezione del reale in ogni epoca è filtrata dalla temperie sociologica in atto, e ciò influenza scelte.
Non celio laddove affermo che queste due diversi tagli d’inquadratura potrebbero essere stati operati a distanza di decenni – non fossero il frutto simultaneo di mie optazioni egualmente consapevoli – laddove avessero riflesso due sensibilità sociali rispettivamente imperanti.
Ecco, la fotografia: pochi millimetri, differenti concezioni.
Il potere ed il fascino di una facoltà.
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Claudio Trezzani
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