Barattar sofferenza con astensione

Sciaguratamente il sole violento imperava.

Cosa fare?

Meglio posto: cosa non fare?

Ecco il barattar sofferenza con astensione, è il titolo del presente articolo.

Con le ombre non si scherza.

Se non organicamente funzionali alla composizione, semplicemente deturpano.

La fotografia – tra le due a corredo di questo brano – del castello mostra la facciata sud.

Maggiormente emblematica è quella ovest, ma il drone non ha voluto andarci.

Ha voluto esimersi da quel posizionamento in quanto disgustato dalle disarmonie di luci che ha colà trovato.

In modalità video – questo il link – non ha smentito questa impostazione.

Così, si è limitato ad effettuare avvicinamenti e carrellate laterali nell’unico lato del maniero che recava una omogeneità tonale, rigorosamente astenendosi da orbitazioni.

Alternative?

Esistenti, ma non realizzabili nella stessa sessione.

Eccole:

  • tornare pur col sole, ma molte ore dopo, e limitatamente all’altra summentovata facciata.
  • tornare in una giornata completamente nuvolosa.
  • tornare subito prima del sorgere del dorato disco.

Barattar sofferenza con astensione, dunque: ci si risparmia il dolore – estetico, linguistico, compositivo – non facendo cose.

Stessa sessione, il pontile con barche.

A riva vi erano cose turche, tali da nuocere gravemente alla pulizia formale.

Barattar sofferenza con astensione: non fotografare la spiaggia, con ciò obtorto collo accettando di non mostrare l’attacco del manufatto.

E: la geometria è salva solo nella misura in cui la grafia del pontile presenta un andamento regolare, con coordinate principali uniformemente raccordabili, e solo in tale accezione può essere tollerato che i natanti non godano tra loro della stessa armonia di scansione.

Ancora:  le ombre degli alberi delle barche a vela aggrediscono diagonalmente le traversine del supporto sull’acqua proteso, e ciò non è cosa né buona né giusta.

Insomma, siamo sempre lì: la Fotografia è una cosa seria.

Quando non ricorrono i presupposti, giova evitare.

Giova al nostro desiderio di gioia, di compiutezza, di unitarietà espressiva.

Quando qualcosa introduce un vulnus, rimandare ad altra occasione.

O a nessuna.

Noi non siamo qui per riprodurre purchessia.

Se abbiamo deciso di brandeggiare dispositivi direttamente o remotamente, è inseguendo idee.

Coniugandole al reale, solo quando il reale offre di sé virtuoso connubio di lirismo e cartesianità.

 

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Claudio Trezzani

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