Un asilo d’infanzia.
Vividamente colorato.
Succede, con gli asili.
Ci passate accanto di frequente e velocemente.
Ecco, i colori non li vedete più.
La ridondanza depotenzia la percezione.
E potrebbe anche non esserci, la piena percezione.
La differenza tra vedere e guardare.
Quando passate davanti a quel tripudio cromatico edificale pensate sempre ad altro.
La percezione si fa residuale e semiconscia.
Residuale e semiconscia perché è relegata a quella parte del cervello che si occupa di scansare i pericoli.
Siete in automobile e la vostra mente vaga altrove.
Non “sapete” direttamente che c’è un edificio colorato: l’informazione è registrata perifericamente giusto ad evitare che ci andiate a sbattere contro.
Sì, la differenza tra vedere e guardare.
Viene prima dell’indifferenza.
L’indifferenza parte dalla conoscenza conscia.
Il giudizio si forma dopo che l’oggetto viene sbalzato all’attenzione.
Se però la catalogazione è meramente subconscia, la qualità non subisce disamina.
Poi, un giorno, piove.
Ora ha appena smesso.
Chiudete l’ombrello, e nel sincerarvi che il congegno di serraggio scatti guardate in basso.
Lì vicino, una pozzanghera.
Dentro, un mondo.
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Claudio Trezzani
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