Mare.
Quale infelice etimologico abbinamento, riferendoci alla radice sanscrita del termine (mar-=morire).
Meglio sea, con le varianti tedesche, danesi, norvegesi.
Perchè lì si suppone esprima fierezza, o ferocia.
Meglio ancora Θαλασσα.
Perchè è dea greca, esprime fecondità.
Una insondabile fecondità.
Perchè anche i suoi recessi, palpitano.
Ed allora abbisognamo di chiavi.
Di chiavi tonali, noi fotografi, per dipingere il mare.
Chiavi basse, alte, colori.
Solo così possiamo sondare, restituire molteplicità.
Chiave bassa, Fabienne Bonnet.
Ascolta il respiro dell’oceano, Fabienne.
Siccome è profondo, lo affonda in fonda neritudine.
Solennità, forza, carnale suggestione.
Chiave alta, Abolfazl Jabraeili.
Etereità, spazio, decisione.
Perchè la barca di Abolfazl fluttua sì, ma anche promana caparbietà.
Lo fa con le sue linee decise, ed orientate.
Colori, Jana Luo.
Non è la prima volta che m’occupo di Jana.
Perchè le sue visioni sono ispirate, vigorose ed oniriche ad un tempo.
Tempo ch’induce filamenti, sfondo che sfumando contrappunta.
Anime, ed insomma.
Fabienne, Abolfazl e Jana hanno ciascuno catturato un’anima del mare.
Molteplicità agitansi.
La Fotografia, abbracciare, può.
All rights reserved
Claudio Trezzani
https://www.saatchiart.com/claudiotrezzani
Lascia un commento