© Roberto Besana
Ammesso che rispetti lo spazio privato in cui vive, il primate stupido si riconosce prontamente dal fatto che non ritiene meritevole di rispetto lo spazio pubblico, che lui, stupidamente, ritiene di nessuno e non di tutti. Credo che quasi nessuno, mangiando un ghiacciolo a casa, getti per terra la carta che lo contiene. Un’estate di tanti anni fa, a Talamone, a un signore che aveva gettato a terra l’involucro di un ghiacciolo, mia moglie, con un sorriso, aveva detto “Credo che le sia caduto qualcosa”. “ Ha un modo veramente gentile di dire le cose, signora” era stata la sua risposta, prima di chinarsi a raccoglierlo.
Non credo, purtroppo, che con parole simili si sarebbero rivolti a Roberto Besana, l’autore di questa bella quanto triste fotografia, i primati stupidi responsabili della devastazione del “Percorso salute”, se fossero stati fotografati mentre si esibivano in quella squallida performance: divellere l’insegna, gettare a terra cartoni, bottiglie di vetro e di plastica: una autentica personalizzazione da primate stupido di uno spazio pubblico.
Sebbene non pochi primati stupidi si siano dati da fare nell’infelice tentativo di equiparare l’immagine ottica a quella manuale, che l’ha preceduta da circa quantamila anni, è indiscutibile che la forza principale della fotografia consista nella sua rivoluzionaria capacità di documentare la realtà. E questa sua forza non è certo indebolita dalla constatazione che anche la fotografia, come tutti gli strumenti del comunicare, sappia mentire. Non bisogna mai dimenticare che c’è un abisso semantico fra rappresentare e documentare. Mille dipinti che visualizzano la Natività di Gesù possono solo comunicarci uno degli elementi fondamentali di una fede; mille fotografie simili a quella prelevata da Roberto Besana documentano inequivocabilmente la stupidità del primate stupido, che crede, ingenuamente, di avere “ereditato la Terra”, e di poterne quindi disporre come più gli piace.
Chi, guardandosi bene dal mettere in dubbio la veridicità di quanto rappresentato dalle immagini ieratiche, sostiene che quelle ottiche non siano attendibili è un primate stupido o in malafede, che non si è accorto o non vuole che ci si accorga della rivoluzione provocata dalla fotografia nell’universo iconico.
Nello Rossi
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