A scuola, è facile sentire usare il verbo “scancellare” al posto del corretto “cancellare”: forse perché le giovani allieve e i giovani allievi hanno più dimestichezza con i cancelli che con i cancellini per la lavagna: di spazi resi inagibili da cancelli o barriere di vario tipo, anche oggi che in Europa tante barriere artificiali sono scomparse, ne hanno infatti visti tanti.

Se sono qui a scriverne è grazie all’interessante fotografia di Roberto Besana. I cancelli, anche quando, come spesso nel Meridione, delimitano solo simbolicamente un dentro e un fuori, ci ricordano che la terra, da tanto tempo, è stata divisa; come le porte sono diaframmi, segni di proprietà privata, cioè, come dice la parola, anche se spesso ce ne dimentichiamo o non si sa, di spazi che sono stati sottratti agli altri, confini di spazi non condivisi.

Nell’universo iconico, le immagini private sono quelle che non si condividono con gli altri, riproduzioni della realtà, o visualizzazioni di fantasie, ma pur sempre “realizzate”, sottratte allo sguardo altrui. Di solito appartengono a questa categoria di immagini quelle comunemente dette pornografiche, anche se possono essere degli intimi ricordi visivi di piacevoli momenti di due amanti, quel tipo di immagini che una volta si prelevavano, affinché fossero davvero “private”, con la polaroid, complice macchina fotografica capace di regalare a fotografi senza camera oscura immagini altrimenti non prelevabili, o meglio non sviluppabili e stampabili, meravigliosa invenzione di cui non si è mai ringraziato abbastanza Edwin Herbert Land, il suo geniale inventore, che, raccontava, era stato stimolato a scoprire quella magica rivelazione en plein air dal desiderio di sua figlia di vedere subito le fotografie che la ritraevano.

Nello Rossi

 

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Roberto Besana (1954), nasce a Monza, risiede a La Spezia. Un lungo passato da manager editoriale giunto sino alla Direzione Generale della De Agostini, coltiva la sua passione per la fotografia operando per lo sviluppo e realizzazione di progetti culturali attraverso mostre, convegni, pubblicazioni. Nella sua fotografia riverbera la sensibilità ai temi ambientali per i quali è attivo nella diffusione di conoscenza e rispetto. Le sue immagini sono principalmente “all’aria aperta”, dove lo portano i passi. Ambiente e paesaggio sono i suoi principali filoni di ricerca. I suoi lavori fotografici sono presenti in libri e quotidiani, siti web, riviste. Al suo all’attivo innumerevoli mostre personali e collettive. Dirige o collabora alla realizzazione di eventi e festival culturali. Membro del comitato scientifico del periodico culturale Globus, curatore editoriale della collana “Fotografia e Parola“ di Oltre Edizioni, ha una rubrica fissa sul periodico .eco e NOCSensei I suoi ultimi libri pubblicati - L’albero, dialoghi tra fotografo e scrittore, 2020 - Il Paesaggio, dialoghi tra fotografia e parola, 2021 - La Sfilata del Palio del Golfo, 2021 - L’acqua, dialoghi tra fotografia e parola, 2022. Nello Rossi è nato a Genova nel 1947, è emigrato a Milano nel 1973, dove ha insegnato qualcosa e appreso molto nei Corsi 150 ore per lavoratori. Verso la metà degli anni Ottanta ha avuto la grande opportunità di conoscere Ando Gilardi e di collaborare a Fhototeca. Da nove anni condivide su varie bacheche in Facebook le proprie riflessioni sulle immagini (“Una foto al giorno leva l’ignoranza di torno”, “Cartoline a Ponzone”, “Cartoline a Ponzone in ritardo”).

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