Storie inventate di gente vera. Un uomo

Di Giuliana Battipede

 

Come è cominciata

Sono orfani. Orfani morti di parenti vivi che li hanno abbandonati.

La prima volta che ho notato questa umanità derelitta è stata quando ho trovato, accanto a un cassonetto dell’immondizia, la foto di un tale coi baffi. Una foto piuttosto grande, di quelle che si incorniciano e si appendono in camera da letto o in salotto. Osservandola, ho scoperto che quel signore baffuto era andato fino a Parigi per farsi ritrarre, che era il 1922 e che egli aveva all’incirca 25 anni (buffi i tempi: oggi nessuno si riferirebbe a un ragazzo di 25 anni chiamandolo “signore”, ma la foto parla chiaro, questo coi baffi è un uomo fatto, non un ragazzo). Ho tenuto la foto in soggiorno per molto tempo, su uno scaffale alto della libreria, come se fosse stata quella di un nonno, finché non ho cambiato casa. Ora l’ho conservata, ma so bene dov’è, non l’ho abbandonata, anzi, non è escluso che prima o poi non l’appenda da qualche parte, dando il via così ad una galleria di antenati non miei.

Da quella prima, sono molte le fotografie che ho recuperato sui banchetti dei robivecchi, con bambini, donne, uomini fermati in un istante di vita lontana. Io li ho fatti riscaldare al fuoco del mio interesse, li ho solleticati con una nuova curiosità, ho provato a capirli, a ricordarli immaginandone la vita e inventando per loro vite diverse. Insomma: li ho adottati tutti.

 

Qui la serie completa.

Un uomo

Un uomo. Già con la Gina c’era andato lì lì, quell’inverno. Nel granaio. Ma lei era poco più che una bimba, anzi un cucciolo, perché sembrava una bestiolina. Poi gli era presa un gran paura per i rumori. I topi. La questione era sfumata e amen.

“A diciannove anni si dev’essere uomini, per dio!” aveva detto lo zio Lucio. Che sagoma, quello! Era nato il 13 dicembre e in una botta sola s’era ritrovato il giorno dell’onomastico e quello del compleanno! Lui sì che era pieno di donne: cantava come Caruso! Non si sa come, riusciva sempre a recuperare i fogli con le musiche prima di chiunque altro… e suonava pure la fisarmonica alle feste! Comunque, era stata fissata la data all’inizio di giugno, stabilito dove e come, e il giorno era arrivato. Gli altri avevano fatto finta di niente ma li aveva visti, tutti con i risolini sotto i baffi, avevano una faccia da schiaffi che lèvati!

E quella fotografia lì, davanti all’aia prima di partire per la città con lo zio Lucio e quel bifolco dell’Armando e il suo carretto? Bisognava immor- talare l’evento, aveva detto lo zio.

E allora va bene anche la fotografia, facendo sempre lo sbruffoncello, ma dentro ci aveva la paura per quell’affare del diventare uomo, sotto sotto ci aveva un rimescolìo, un risciacquìo nello stomaco… Bòn, alla fine ci siamo, si va: la prima visita a un bordello.

 

Progetto grafico e realizzazione eBook: espressionidigitali

Testi e audioracconti: Giuliana Battipede

Fotografia dell’autrice: Cristiano Vassalli

 

 

NOC SENSEI è un modo nuovo di vedere, vivere e condividere la passione per la fotografia. Risveglia i sensi, allarga la mente e gli orizzonti. Non segue i numeri, ma ricerca sensazioni e colori. NOC SENSEI è un progetto di New Old Camera srl

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