Storie inventate di gente vera. Si trovava a passare

Di Giuliana Battipede

 

Come è cominciata

Sono orfani. Orfani morti di parenti vivi che li hanno abbandonati.

 

La prima volta che ho notato questa umanità derelitta è stata quando ho trovato, accanto a un cassonetto dell’immondizia, la foto di un tale coi baffi. Una foto piuttosto grande, di quelle che si incorniciano e si appendono in camera da letto o in salotto. Osservandola, ho scoperto che quel signore baffuto era andato fino a Parigi per farsi ritrarre, che era il 1922 e che egli aveva all’incirca 25 anni (buffi i tempi: oggi nessuno si riferirebbe a un ragazzo di 25 anni chiamandolo “signore”, ma la foto parla chiaro, questo coi baffi è un uomo fatto, non un ragazzo). Ho tenuto la foto in soggiorno per molto tempo, su uno scaffale alto della libreria, come se fosse stata quella di un nonno, finché non ho cambiato casa. Ora l’ho conservata, ma so bene dov’è, non l’ho abbandonata, anzi, non è escluso che prima o poi non l’appenda da qualche parte, dando il via così ad una galleria di antenati non miei.

Da quella prima, sono molte le fotografie che ho recuperato sui banchetti dei robivecchi, con bambini, donne, uomini fermati in un istante di vita lontana. Io li ho fatti riscaldare al fuoco del mio interesse, li ho solleticati con una nuova curiosità, ho provato a capirli, a ricordarli immaginandone la vita e inventando per loro vite diverse. Insomma: li ho adottati tutti.

 

Qui la serie completa.

 

 

 

Si trovava a passare

Si trovava a passare per via Eustacchi e… Suvvia, siamo sinceri: c’era andato apposta, in via Eustacchi!

Aveva visto il Perrucci che fotografava e, per Giove!, voleva conservarsela quella parata di stelle!

Primo fra tutti Pietro Gubellini, che il Gran Premio l’aveva poi vinto, domenica, su Donatello II.

Con lui, altri due campioni del Mago di Dormello: Paolo Caprioli e Josè Romero, quel fenomeno di un negretto che monta come non s’è mai visto…

E poi c’erano Enrico Camici, il Caporalino, e Saverio Pacifici che, nel ‘31, aveva vinto il Derby di Capannelle…

Per finire, Villecourt e Rimes, capitati male in quel mazzo fatto solo di Assi!

Perciò era passato per via Eustacchi… e infatti eccola là in vetrina, la fotografia! Ci aveva scritto sopra e dietro i nomi dei fantini, già in negozio, chiacchierando del “Milano” con uno dei commessi…

Poi era uscito ed era andato dritto dritto allo Zucca, in Galleria, per trovarsi con gli amici e bere l’aperitivo.

Sì, l’avrebbe conservata per sempre, questa fotografia.

RIFERIMENTI – Gran Premio di Milano, 20/6/1937, i fantini partecipanti alla corsa:

  1. Villecourt
  2. Romero
  3. Rimes
  4. Pacifici
  5. Caprioli
  6. Gubellini
  7. Camici

Fotografia di Edoardo Perrucci, Foto Reporter Specialità per Ippica – Via B. Eustacchi, 52 – Milano.

 

 

Progetto grafico e realizzazione eBook: espressionidigitali

Testi e audioracconti: Giuliana Battipede

Fotografia dell’autrice: Cristiano Vassalli

 

 

NOC SENSEI è un modo nuovo di vedere, vivere e condividere la passione per la fotografia. Risveglia i sensi, allarga la mente e gli orizzonti. Non segue i numeri, ma ricerca sensazioni e colori. NOC SENSEI è un progetto di New Old Camera srl

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