Didascalia:
/di·da·sca·lì·a/
sostantivo femminile
Scritta esplicativa di un’illustrazione o di una sequenza cinematografica (qualora il film sia muto o parlato in una lingua straniera).
Per alcuni fotografi è parola temuta. Quasi quanto back-up.
Inserire le didascalie è una di quelle operazioni che tutti sappiamo essere importante, ma che in molti vedono come noiosa se non addirittura una perdita di tempo.
A volte anche tra i grafici e gli impaginatori c’è un po’ di disattenzione e non è difficile ricordare di aver visto su qualche rivista minore (magari di settore) una foto riportante una didascalia errata, ridicola, se non addirittura imbarazzante (del tipo: qui sopra ci va la foto di quella testa di… )
La nostra storia racconta proprio di una fotografia che innanzitutto fotografia non è, in quanto si tratta di un fermo immagine estratto da un film, scambiato per una fotografia e della sua didascalia sbagliata.

Adrian Paci. Centro di Permanenza Temporanea.
Ma andiamo con ordine.
Tutto inizia quando un paio di anni fa una amica attribuì un fermo immagine estratto da un cortometraggio di Adrian Paci (artista e videomaker albanese) al maestro Luigi Ghirri.
Inconsapevolmente (perchè di solito molto attenta), condivise il fotogramma fidandosi di quanto riportato nella didascalia e anche dopo aver visto l’immagine riportata su diversi siti e sempre con l’errata attribuzione al maestro Ghirri.
Eh niente… per Google (ma non solo) l’immagine è di Luigi Ghirri.
Non diedi molto peso all’errore, senonche qualche mese dopo e per pura casualità mentre effettuavo ricerche sulle immagini del maestro Ghirri, mi imbattei anche io più e più volte nella famigerata immagine.
E una… e due… e alla terza volta, proprio non ce la feci più!
Decisi di mettermi all’inseguimento del fotogramma incriminato.
Dove era stato pubblicato originariamente? Da chi? E chi aveva iniziato a condividerlo diffondendolo con la didascalia sbagliata?
Contrariamente a quanto mi aspettassi, non ci misi poi molto a individuare l’untore.
Utilizzando diversi motori di ricerca cercai l’immagine, filtrando i risultati per “data” e risalendo così alle primissime pubblicazioni on-line.
Dapprima scoprì che fu un blog di cultura contemporanea (illustrazione, design, musica, tendenze) in occasione di una retrospettiva sull’artista italiano a pubblicare un articolo con alcune fotografie del maestro Ghirri e tra queste anche il fotogramma dell’artista videomaker albanese, fotografia che a loro volta avevano condiviso da un account Pinterest.
Ed è stato proprio questo account Pinterest (che -sigh- gode anche di un “discretissimo” seguito di 105.000 followers) che per primo pubblicò l’immagine attribuendone la paternità a Ghirri anziché a Paci.
Che feci?
Scrissi alla redazione del blog che mi risposero ringraziandomi per la segnalazione e rimuovendo l’immagine dall’articolo (che però era on-line dal maggio del 2013 venendo a sua votla condivisa più e più volte).
E anche l’account Pinterest mi rispose ringraziandomi a sua volta per la segnalazione e modificando correttamente la didascalia (che però nel frattempo era stata anche lei condivisa più e più volte dai primi del 2013 in poi).
Insomma, il risultato è che tutt’ora troverete sui vari motori di ricerca questo scatto attributio al maestro Luigi Ghirri, mentre invece (ormai è chiaro…) è un fermo immagine di un bellissimo cortometraggio di Adrian Paci.
Ci può essere una morale in tutta questa vicenda?
Si, ed è che dovete avere cura delle vostre immagini e attribuirvene sempre la paternità attraverso l’inserimento dei metadata perchè il web non discerne e se non lo fate voi, prima o poi lo farà qualcuno al vostro posto, ma sbagliando.
E inoltre, che bisogna avere sempre cura ed attenzione nel verificare bene ciò che si condivide prima di condividerlo.
Giordano Suaria
Il fotogramma è tratto da “Centro di permanenza temporanea” (2007) di Adrian Paci.
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