In collaborazione, redatto e pubblicato da Doog Reporter
Kho Phayam | Thailandia
Tra le isole dell’arcipelago Mergui, al largo delle coste meridionali della Birmania e della Thailandia, vive una tribù di circa 4000 persone, chiamati Moken, o più semplicemente “zingari del mare”.
Questo perché trascorrono gran parte dell’anno migrando come nomadi da un’isola all’altra, a bordo di tipiche imbarcazioni di legno, da loro stessi costruite, di nome “kabang”.
Si stabiliscono sulla terraferma nel periodo dei monsoni, vivendo su palafitte temporanee fatte di legno e lamiere, nel versante orientale delle isole, al riparo così dalle tempeste.
Senza nomi, senza documenti, senza nazionalità, senza tempo.
Questo è scandito solo dai venti, dalle onde del mare e dalla luna. Non possiedono un calendario e la maggior parte di loro non conosce neppure la propria età.
Sono liberi. Liberi di navigare e adattarsi ai flutti in modo quasi soprannaturale.
Si racconta infatti che i bambini Moken imparino a nuotare prima ancora che a camminare.
Per molto tempo la loro esistenza passò inosservata.
La tribù attirò l’attenzione delle cronache nel 2004 quando uno tsunami si abbatté sulle coste dell’Oceano Indiano, causando la morte di più di 230mila thailandesi.
I Moken, grazie alla loro profonda conoscenza del mare, furono in grado di prevedere l’arrivo della “grande onda” evacuando i propri villaggi e trovando rifugio sulle alture.
La furia dello tsunami non fece nessuna vittima tra gli “zingari del mare”. (…)
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