Sono in un luogo di ampio respiro. il capo rotea, e con esso l’obiettivo.
Vorrei aver qui seduto Leonardo di Ser Piero da Vinci.
Lui che ammirava “le infinite opere di natura” si sarebbe beato a lungo di ciò che ci sfilava sopra.
È propensione comune attribuire antropomorfie e zoomorfie alle cangianti sembianze che i nembi assumono, ma la danza non preclude alcun volo.
Quattro rotazioni del capo, quattro filmati legati assieme.
Con il quarto che di necessità dura il quadruplo dei precedenti.
Perché è lì che ognuno può con delizia immergersi, portando alla superficie la stupefazione del fanciullo:
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