La vigna, la cantina, i winebar, i fiaschi del Chianti e il vino in cartone, le etichette di design, i vigneti aristocratici di Francia, le osterie di paese, gli ubriachi, le mitiche fraschette di Ariccia, il vino della Messa, e il miracoloso vin cotto di mia nonna.
ALAIN MARQUINA – Questo fotografo/artista francese ha affondato le sue ottiche nel mondo del vino e della vigna, a caccia di immagini diverse. Ecco questa sua immagine partorita da un fotogenico ed anzianotto ceppo di vite che documenta come l’universo del vino sia una miniera ricca di suggestive foto/opportunità.
RITRATTO CON COLTELLO– Un ritratto molto forte. La donna volge lo sguardo in alto verso il grappolo da decapitare. All’autore il merito di avere gestito al meglio il bokeh nel piano di fondo esaltando così l’intensità del gesto.
ETICHETTE DA COLLEZIONE – Il design delle etichette delle bottiglie di vino è profondamente mutato nel corso del tempo. Molti anni fa esse ripetevano sé stesse fino alla noia. Più tardi produttori di vino più evoluti hanno chiamato i In campo i designer alla moda. Ed ecco le prime soluzioni diverse e nuove. Un esempio illuminante, qui, firmato da un architetto <avanti>, Arnaldo Pomodoro. Una etichetta, peraltro, dedicata a qualcosa di prezioso per l’Umanità del nostro oggi: LA PACE.
LA CANTINA DELL’ARCHISTAR – Arnaldo Pomodoro nella foto precedente, ed ancora lui in questa Cantina detta <il Carapace>, progettata per la “Tenuta Castelbuono” in provincia di Perugia.
ENZO PIANO – Cambia l’architetto, qui è Renzo Piano alla <Rocca di Frassinello> nel Grossetano per il Circuito <Toscana Wine Architecture> – Cambia ovviamente il progetto finalizzato, sempre e comunque, alla celebrazione dei luoghi nuovi del vino.
MARIO BOTTA – Ha firmato moltissimo in tutto il mondo. Qui siamo in Toscana, a Suvereto, a dominio del mare, e la sua Cantina Petra si è segnalata oltreché per la sua immagine architettonica d’insieme, per una serie di soluzioni tecniche modulabili avanzate, per cui è stata definita “cantina assoluta>, sintesi di passato, presente, e futuro.
ZIO OSVALDO – Doveva esserci, accanto alle Cattedrali del Vino firmate da super/Creatori, anche zio Osvaldo che religiosamente in un suo ambiente seminterrato, travasa il suo vino dalla damigiana ai bottiglioni. Il vino è universale, è di Renzo Piano ed è di zio Osvaldo.
BRESSON AL MURO – Questa immagine è mia. L’ho vista nella città vecchia di Nizza nella storica vineria <Caprioglio>. In parete, fra le molte bottiglie, una cornice con questa celebre fotografia di Henri Cartier Bresson. Un’immagine di singolare ed immediata valenza narrativa.
I BARONI ROTHSCHILD – Visitando una delle celebri cantine dei Baroni Rotschild ho notato su una botte questa targa che segnala la preziosità della sua fattura. E mi piace rimarcare che, facendo una ricerca su uno specifico soggetto, è bene evitare di inciampare nelle tagliole del <già visto 999 volte>. Come è in questa presa. O no?
IL VINO DELLA MESSA – Mi ha sempre incuriosito il format del vino che i Sacerdoti bevono nel corso della celebrazione della Messa. E qualcosa ho scoperto: è vino forte e vero che deve rispettare il protocollo voluto da Papa Francesco. Una volta doveva essere rigorosamente rosso, oggi è ammesso anche il bianco e deve comunque essere firmato da produttori certificati dalla Chiesa. Come è in questa foto.
NELLE LANGHE – Eccoli qui, in una piazzetta di Barbaresco i tre compari davanti ad un bicchiere del loro vino. Belle e vere le espressioni dei tre amici. Uno di essi discute animatamente con l’amico che gli è davanti mentre l’altro, a destra, assiste pacioso alla chiacchierata.
MARCELLA – Marcella ha percepito la presenza indelicata di una fotocamera e indirizza ancora il suo sguardo, ora vuoto, alla speranza che il sorriso torni a farle compagnia. Marcella ha ora un’amica, la bottiglia, che trattiene a sé. Interminabile in fotografia, la squallida genia di ubriachi che si sono arresi. Io qui non li ho voluti, ho voluto Marcella perché Marcella non ha ancora sbattuto la porta in faccia alla voglia di vivere.
A BORDEAUX – E precisamente all’aeroporto Merignac, dove una vigna, giusto dentro alla struttura aeroportuale, dà il benvenuto agli estimatori del <vino di Bordeaux>, e delle più alte dune d’Europa che sono uno scenografico belvedere sull’ Atlantico, e, perché no, delle famose ostriche di Arcachon che fanno puntuale compagnia ai celebri vini della Gironda.
FERDINANDO SCIANNA – Vi fa omaggio di questo suo straordinario foto/racconto ambientato in Sicilia, e che profuma di vino con sentori veri e popolari, e che è, soprattutto, una proposta di grande valenza letteraria. O no?
IN FRANCIACORTA – È storia consolidata che molti vigneti, coi loro filari di viti sovente perfettamente allineati abbiano concesso ai fotografi la possibilità di dar vita a fotografie di rigorosa matrice geometrica. Come è qui in questa prova che si segnala per un delicato disegno affinato peraltro da minuscole figure umane. Raffinato infine è il monocromatismo del tutto.
UN AMICO DI ZIO OSVALDO – Una fotografia che considero, insieme, semplicissima e super. Vediamola: la cromia è misurata, perfetta, armonica, non ci sono colori che facciano a pugni, anche se il blu chiaro della canottiera dell’uomo avrebbe potuto scontrarsi con il nero della maglia del vicino. Anche il bokeh è equilibrato, e lo è anche la gestualità attenta di chi sta versando.
LE CONFRATERNITE – Sono comunità fortemente caratterizzate da ritualità complesse e da abbigliamenti di ispirazione medioevale. Diffusissime in tutta Europa, sono nate molti secoli fa assegnandosi missioni di carità. Oggi associano appassionati del vino locale che si riuniscono periodicamente rispettando rigidi cerimoniali. In Francia, in Borgogna nasce una istituzione denominata “La Saint Vincent tournante“. È la Festa di San Vincenzo detta <a rotazione> perché un centinaio di Confraternite della stessa area si ritrovano ogni anno in un paese diverso ospiti della Confraternita locale. E San VINcenzo è il Patrono dei Vignaiuoli perché la parola VINcenzo ha in sé le lettere VIN. E questa fotografia io l’ho ripresa perché intrigato dalla sua atmosfera inquietante.
*** qui foto maschile
MICAEL HOUSEWRIGHT – È un fotografo commerciale californiano che ha fatto del vino la sua unica tematica. Di questa presa in suggestivo B/N ho apprezzato l’analisi fisiognomica dei tre uomini, e l’ambientazione assolutamente coerente con la scenografia del vino.
TERAPIA OSSEA – A Beaune, in Borgogna, ho fotografato un intervento terapeutico in quelle vigne non infrequente. Nel legno del vitigno, nelle ferite provocate da potature maldestre viene iniettata una sostanza che risanerà il malfatto.
L’ENOLOGO (dis)IMPEGNATO – Siamo nel grossetano in visita ad una storica Cantina ed un giovane enologo, annoiato o insonnolito, studia, o dovrebbe studiare, le specifiche di alcuni vini. Questo scatto, nato a colori, lo ho poi desaturato. Traducendolo in B/N sarei pervenuto ad un mono/cromatismo più
funzionale all’atmosfera assopita del laboratorio interessato.
I VITIGNI CON LA CUFFIA – Da qualche parte ho fotografato, credo in Veneto, questi vitigni <incappucciati>- È l’opera di qualche produttore molto prudente che mette in testa ai suoi vitigni, per ripararli dal sole e/o dalla pioggia, questi fotogenici cappellini che fotograficamente scaldano con il colore vigneti altrimenti solo grigiastri.
LE CONSORELLE – Sì, per adesione alla <parità di genere> ho scritto <consorelle>, ed ho voluto quest’immagine, vista in area di Bordeaux per notare che le <confraternite del vino> ancora oggi maschili, sono ora anche anche all’attenzione delle donne che vivono, come qui nella foto, questa opportunità in maniera non seriosa: allegre, divertite e divertenti. Wiva il vino!
ED ORA SI GIOCA – I ragazzini erano venuti in vigna per vedere “come si fa il vino” e si sono scatenati di corsa con la pigiatura. L’autore della fotografia ha scelto la soluzione del formato lungo orizzontale per mettere in fila i bambini e proporli mettendone in evidenza la presenza, colorata e piena di vita. Un’immagine <acqua e sapone, senza pretese, uscita probabilmente da un telefonino.
LA VIGNA È LAVORO – Anche! Una vigna può deluderti con una calamità naturale, o con altri 99 imprevisti. Può darti gioia con una vendemmia superba. E comunque, e certamente, è anche impegno duro per uomini e per macchine. In questa fotografia, asciutta e rigorosa, osserviamo, c’è l’uomo e c’è la macchina. insieme!
CHIUDO – In questo <pezzo> ci sono fotografie buone e/o mediocri. Testimoniano comunque, e di certo, che la fotografia è una miniera inesauribile di soggetti per qualsivoglia ricerca tematica. E non mi piacerà sentire qualcuno lamentarsi “sono appena venuto fuori da un periodo di foto/carestia. Non trovavo niente da proporre alla mia fotocamera”.
Ciao a tutti, Filippo Crea
Riguardo i vigneti incappucciati, si tratta di semplici protezioni, detti shelter, per le giovani piante. In questo caso rimpiazzi. Salvano i germogli piccoli e freschi da animali selvatici, macchine lavoranti e anche un po’ il freddo.