Il notaio della memoria.
Io risiedo a Milano, e per 27 anni ho avuto anche un appartamento in Francia, a Nizza. Due camere, ed un terrazzo che mi regalava il mare per 24h da est a ovest – Ho amato questa città che mi ha dato molto, amicizie belle e importanti, e stimolanti opportunità di operare in fotografia.
Ora questo mio personale micro/contenitore di vita mi consente di scrivere che “LA FOTOGRAFIA RACCONTA”.
Ecco: quest’appartamento lo avevo vestito come un album di fotografie, di mie fotografie che mi facessero compagnia ogni giorno.
Lo si vede bene nelle due immagini del soggiorno e nello scorcio della camera da letto.
E dov’è allora il racconto che ho titolato <il notaio della memoria>? È nella foto titolata <la foto del notaio> –
Stavo svuotando il mio appartamento, di lì a poco avrei dovuto abbandonarlo. E mi provocava malessere. Una fetta importante della mia vita si sarebbe annebbiata nel mondo dei ricordi.
Una doppia esposizione, ed ecco archiviata la mia nostalgia: le cornici a giorno che contenevano le fotografie con, sovrapposta, la loro memoria già sfuocata.
Concludo: quel che è intorno a noi basta e avanza per fare della fotografia un felicissimo nutriente del nostro oggi. Mi avviene, ma per fortuna non ancora di frequente, di imbattermi in acculturate dissertazioni sullo stato dell’arte della IA (intelligenza artificiale). E spero comunque che i media di fotografia non vogliano turbare, almeno nei giorni attuali, la nostra foto/scrittura <pomodoro e basilico>, e la nostra matrice di <umani> portatori di gioie, di inquietudini, e di cose belle e di cose brutte.
Avanti tutta, Signora Fotografia! Tu non hai bisogno di IA.
Ciao a tutti, Filippo Crea
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