Tanti anni fa vide la luce la mia “GUIDA ALLA COMPOSIZIONE”. Ed il suo notevole successo editoriale fu propiziato anche dal fatto che io avevo avuto un’idea …Super/ Luminosa. Qualche volta succede anche a me!
Quando frequentavo la Scuola Velica di Caprera i miei compagni mi chiamavano Archimede Pitagorico. Le fotografie che corredavano quella Guida erano tutte realizzate da fotoamatori che si proponevano nel mio “Compito a Casa”. Erano tutti fotografi in maturazione e, come tali, non dovevano confrontarsi con dei Maestri e, pertanto, non ne erano intimiditi. Chi si proponeva a me era un appassionato fra i tantissimi. E doveva confrontarsi con gente <normale> come lui: la farmacista sotto casa, l’amministratore del condominio, il collega di ufficio. E concludeva correttamente: “se ce la fanno loro, posso farcela anche io”. E stavolta io, coerente con il mio consolidato convincimento che per affinare la propria foto/scrittura sia fondamentale impegnarsi in tematiche ben definite, desidero esprimermi sulla “fotografia monocromatica”.
So bene che gli esperti ultraortodossi definiscono fotografia monocromatica quella partorita da un SOLO colore. Niente affatto! Scontrarsi con un solo colore è come andare in prima linea armati di una cerbottana. O ci si mette a fotografare la parete tutta rosa del bagno, o la tovaglia tutta verde del tavolo della cucina, oppure si prende a caso una qualsiasi fotografia, si invoca l’aiuto di Santo Photoshop, e la si vernicia interamente di viola o di rosso! Ed è fatta? No, assolutamente no! Vi propongo di leggere quel che io scrissi su quel mio manuale introducendo il capitolo sulla foto monocromatica.
Ecco: “ci sono due modi estremi di esprimersi con il colore fotografico:
- A) ricorrere a colori intensi, saturi, complementari, accostandoli in modo da pervenire a composizioni armoniche e forti. Sono fotografie in cui l’uso del colore è volutamente esasperato e fa violenza, talora, ai colori della realtà.
- B) ricorrere ad una tavolozza limitata a pochissimi colori pervenendo però ad immagini connotate da una grande uniformità cromatica. Attenzione: fare della fotografia monocromatica è, a rigore, esprimersi con un solo colore. Con un vincolo così esasperato l’esercizio sarebbe però molto sofisticato ed assolutamente non facile. E sarebbe peraltro indispensabile che in un’immagine realizzata con un solo colore ci fosse una presenza finalizzata a rompere la monotonia di un insieme altrimenti annoiante. Alleniamoci allora a fare qualcosa di meno limitante: cerchiamo nelle cose intorno a noi immagini che contengano uno od anche due colori (tre al massimo) purché essi siano “affini” e siano, cioè, “tinta su tinta”.
Fare della fotografia monocromatica significa anche affinare la nostra capacità di percepire il colore anche laddove sembrerebbe non esserci.
Attenzione: in ognuna di esse troverete minute presenze di colore e/o di tonalità estranee al cromatismo d’insieme. E’ fondamentale però che l’osservatore, già al primo sguardo, vi individui un colore <dominante>, quello cioè che sarà la matrice cromatica del tutto.
Ed ora ecco le fotografie.
- Col de Vergio – Questo colle (mt 1478) si trova al confine tra Nord e Sud della Corsica. In cima c’è una suggestiva immagine del Cristo. E’ settembre. Una precoce spruzzatina di neve ed una nebbiolina diffusa propongono un insieme di bella atmosfera. L’automobile, al centro del fotogramma, sottolinea la quiete del sito e del momento. Il monocromatismo? E’ nel grigio o, meglio, nel grigiore del tutto.
- Bianco in maschera – Anni 80, maschere di carnevale a Milano in Piazza della Scala. Alcune originali, altre di fattura casalinga e tuttavia intelligenti, e poi non poche scempiaggini assortite. Io fui intrigato da questo volto immobile, e come spettrale. Qualcuno osserverà che oltre al bianco d’insieme ci sono tre macchioline nere sul volto. Sì, è vero, ci sono. Ed allora?
- L’orma sulla sabbia – Un gioiello firmato da Daniela Brau. Passeggiando sull’arenile ha visto questa forma ellittica modellata dal vento su qualcosa che giaceva sulla battigia. Questa immagine è rigorosamente monocromatica, e documenta come dal niente possa originare un qualcosa di raffinata fattura.
- In Borgogna – Anche la cosa più semplice e più elementare può dar vita ad una immagine ok. Niente di sofisticato, infatti, in questo soggetto visto in un vigneto di Borgogna, famosa regione vinicola francese. L’illuminazione solare delicatamente dorata ha assegnato a questo insieme monocromatico una fattura di delicata oreficeria.
- La tela – Una tela finemente reticolata è la lavagna su cui sono presenti, in alto a sinistra, alcune presenze, (forse grucce per abiti). L’insieme è di decisa armonia grafica e compositiva. Bravo, bravissimo a Domenico Giannantonio, che è stato pronto a intuire questa opportunità ed a farne qualcosa da boutique raffinata.
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Arco della Pace – Per un caso fortuito fu possibile quel giorno a Milano salire in cima allo storico Monumento e da lassù io vidi quelle due mini/figurine
sulla pavimentazione colore ruggine in basso. Una specialissima connotata da una rigorosa serialità. Ho atteso qualche istante perché i due mini/protagonisti non fossero al centro del fotogramma.
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Alla Bicocca – Negli spazi dell’Hangar Bicocca/Pirelli, a Milano, erano assemblate moltissime figure umane realizzate tutte con un materiale grigio/piombo, e tutte somiglianti e pur diverse l’una dall’altra. Un dettaglio compositivo, per quanto poco visibile nel fotogramma, è la figura di un
in alto a destra, a coerente complemento dell’insieme.
- Il tendone – Allestito a Gubbio per ospitare una Manifestazione cittadina. Il colore dominante è decisamente il giallo. E poco disturba la figurina umana in basso a destra che è funzionale per la lettura dell’ambiente. Un insieme, quindi, armonicamente monocromatico, o, ancor meglio, …. mono/canarino.
- Marina di Chioggia – Il mare si è ritirato dalla grande spiaggia, ed ha fatto omaggio all’autore di questa suggestiva scultura naturale, impreziosita dalla illuminazione solare che incide lateralmente creando centinaia di minute formazioni tridimensionali. Una bella proposta, o no?
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Le orme del trattore – Eccole qui impegnate da protagoniste a far fotografia. Il colore dominante? E’ immediato da individuare. Nel fotogramma le orme scorrono serialmente in diagonale dal basso verso l’alto pervenendo ad una buonissima soluzione per
- L’Authion – A 2.060 mt di altitudine nelle Alpi Marittime, in Francia, a due passi dall’Italia, si snoda ad anello il circuito dell’Authion che mette in mostra i resti suggestivi di molte installazioni militari. Alcune tracce di esse dal cromatismo assimilabile a quello dei tronchi d’albero qui in primo piano hanno partorito questa immagine di equilibrata composizione.
- Il letto della fiumara – In Calabria l’automobilista che percorra la statale jonica incontra sovente “le fiumare”; sono i letti di dimensioni enormi, di corsi d’acqua ormai all’asciutto che, in estate, bruciati dal sole, si contraggono formando tappeti poligonali di molto fascino. Come in questo fotogramma di dettaglio.
E per concludere: Le immagini qui proposte non sono tutte, singolarmente, titolate ad essere ospitate in uno Spazio Espositivo.
Insieme proposte dimostrano però, ancora una volta, come e quanto diverse possano essere le opportunità a beneficio di chi si impegni nella ricerca di una specifica opportunità tematica.
Filippo Crea
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