Ore 00.15 del 15 luglio 2016 – Squilla il telefono a casa mia a Nizza. Siamo appena andati a letto.
“Pronto Filippo, sono Raffaella. Dove siete?”
“Raffa, siamo a casa, a Nizza, e ci siamo appena messi a letto”
“Ma non sapete nulla? A Nizza c’è un macello in questo momento”
Raffaela mi sapeva in viaggio con mia moglie da Milano a Nizza.
Abbiamo appreso così che sulla Promenade des Anglais giacevano i resti di più di 80 esseri umani, spazzati via dalla vita da un folle.
Ed eccomi alla mia fotografia.
L’ho scattata il giorno 20 alle ore 18.08 – La città accoglieva in kilometri di marciapiedi tonnellate di fotografie, di messaggi d’amore e di amicizia, di ingenui peluche, di fiori, di invocazioni.
Ed io vedo questo disegno infantile. E’ forte, è fortissimo. Solo una parola: PERCHE’?
E’ un interrogativo che non avrà una risposta puntuale. Ne avrà centinaia. Alcune pulite, igieniche, altre figlie della insania collettiva di oggi in tempo di Coronavirus.
Io non ho paura del Coronavirus. Sono spaventato dalle porcherie, dagli inviti alla violenza, palesi e malcelati, che impazzano sui social, sulla stampa, nelle TV nazionali e di quartiere, nei luoghi malsani della politica, in quelli patogeni di verbosi e sgrammaticati ed inutili opinionisti. Basta per piacere con quelli che “Tizio ha sbagliato, Caio propone minchionate, Sempronio è fuori di testa”. Io, tale Filippo, confesso, non ho le mirabolanti competenze sociali, politiche, scientifiche, possedute e messe a disposizione dell’umanità da super/esperti, e non mi va di associarmi all’opinionite inutilmente idiota di chi non ha, in concreto, niente da proporre.
E chiudo con lo storico Paolo Giovio che scrisse di Petro Aretino “qui giace l’Aretin, poeta tosco, che d’ognun disse mal fuorché di Cristo, scusandosi col dir “Non lo conosco”
E l’Aretino così rispose “qui giace il Giovio, storicone, altissimo. Di tutti disse mal fuorché dell’asino, scusandosi col dir “egli è mio prossimo”.
Mi chiedo, e se smettessimo di far da megafono a certi personaggi televisivi, o a taluni pseudo-giornalisti & Co?
Filippo Crea
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