Alcuni anni fa una coppia di amici francesi fu mia ospite a Milano. Appena arrivati mi chiesero di vedere il “cavallo di Leonardo”, colossale scultura voluta dalla LDVHF (Leonardo da Vinci’s Horse Foundation) che ne fece dono alla Città di Milano.
Il “poverello” abita ora all’’ingresso della Tribuna Secondaria dell’Ippodromo, distratto omaggio ai visitatori della struttura.
Io avevo suggerito di sistemarlo in Piazza della Repubblica, giusto davanti alla Stazione Centrale come per dare il benvenuto a milioni di viaggiatori in arrivo in città. Ma gli “acculturati” Amministratori non vollero. “non era una vera opera d’arte”, sostennero, ed avrebbe male onorato la città.
Gli fu trovata l’attuale sistemazione godibile solo da quelli che vanno all’Ippodromo. Pazienza!
Poco importò alla Municipalità di Milano che “il cavallo” fosse a pieno titolo un capitolo della Storia della Città. Quando gli “acculturati” inciampano nel reale, succede! Meglio il “dito” di Cattelan!
*** I mondi del cavallo per un fotografo che voglia esplorarli, sono una miniera inesauribile. Ed in questo scritto vi è la riprova di ciò.
Mancano le immagini storiche di facile visibilità (i Corazzieri, il Circo equestre, le “botticelle” romane, i cavalli alle Olimpiadi, quelli dei Vigili Urbani) e mancano i cavalli dei molti Centri di Ippoterapia che io ho scoperto anni fa quando organizzai una Mostra per l’Ospedale Niguarda di Milano che ospita il Centro di Riabilitazione Equestre “Vittorio Di Capua”, una struttura che si avvale di cavalli e di generosi operatori per la terapia di molti disturbi fisici, con particolare riguardo a giovanissimi pazienti.
Per chi voglia saperne di più: www.riabilitazioneequestre.it – www.cnranire.eu
*** Oggi chiamo in pista fotografie come partorite da un qualsiasi fotoamatore. Vediamole insieme:
*** a Cracovia nella centrale Piazza del Mercato il cavallo si guadagna da vivere scarrozzando i turisti. Questa presa mi piace per la sua <essenzialità>; due sole presenze, due dettagli complementari per una immagine che è ok.
*** il trekking – qui è l’attesa che qualche Cliente richieda il servizio proposto. Il focus della fotografia è chiaramente nel mix, secco e fotogenico, che oppone bianco e nero sul retro del van dell’operatore trekking. Una presa di bella e immediata narrazione.
*** mamma, guarda quella bimba – l’autore ha mixato in un’unica presa due mini/presenze: la bimba in fondo con il cavallo da accudire, e la bimba/spettatrice in primo piano. La narrazione è semplice, ma molto immediata. L’autore ha percepito, e ben restituito, la gestualità protettiva della mamma, e la serena vivibilità del luogo. Ed ha fatto bene a trascurare la figura femminile adulta così obbligando il nostro sguardo sulle due bimbe protagoniste.
*** il magazzino– Di immediata lettura questa presa che, fortemente e seppure con matrice diversa, propone uno spazio riservato dell’habitat del cavallo. Un’immagine tecnicamente ok per una risultante che è essenziale per una esauriente descrizione dei luoghi di vita del cavallo.
*** il pediluvio – deliziosa la tenuta della mini/cavaliera e molto fotogenica la sua gestualità che è quieta così come quieto è il cavallo felice per il gradito omaggio della sua giovanissima amica. Cavallo e cavalierina, un’immagine con cui l’Autore ha proposto benissimo le due presenze- che si disegnano discrete sulla lavagna di fondo.
*** ce l’ho fatta – la bimba in allenamento è riuscita a portare a termine con successo il suo esercizio di equilibrio. Le due bimbe, l’una protagonista, e l’altra di supporto, si sono esibite sotto l’occhio vigile della istruttrice che il fotografo ha funzionalmente ripreso in due spazi diversi.
*** al lavoro – una fotografia super. Il mosso della protagonista è stato magnificamente dosato per meglio esaltare il racconto della giovane lavoratrice. E benissimo è stato infine ghigliottinare in alto l’immagine. E ciò è stato funzionale per l’equilibro armonico della composizione.
*** la bacheca – Nei centri ippici è regola costante che si effettuino attività di allenamento o di servizio periodiche. E l’autore di questo scatto, lavorando per un reportage su questo tema ha fatto bene a completarlo con questa presa.
*** stasera usciamo – una simpatica complicità quella di questi due amici che stanno programmando qualcosa. La fotografia è armonica: i due colori, rosa in alto, e scuro in basso, non sono in conflitto, ed equilibrata è anche la suddivisione nel fotogramma dei pesi e dei volumi.
*** arriva la pappa – una fotografia semplice ed immediata. E vediamo perché. L’insieme segmentiamolo così: due terzi bene in luce sono a sinistra, un terzo quello di destra, come annegato nell’ombra, ospita, come in una scultura bronzea, un cavallo. Un suggestivo gioco di <va e vieni> di pesi e di volumi diversi, è il plus di questa istantanea.
*** proviamo con l’acqua – Il cavallo si rifiuta testardamente di entrare nel van, ed una donna prova a convincerlo offrendogli acqua fresca. E magari funziona! Questa proposta dimostra che una buona istantanea non è solo omaggio del caso, ma che può essere <programmata> dal fotografo che qui ha fatto esercizio di pazienza.
*** consegna a domicilio – Questa immagine è affinata da una matrice cromatica tre volte 0K. Il colore bianco qui è protagonista ed è messo in valore dal colore d’insieme della <lavagna> che lo ospita. È vero, la fortuna qui ha fatto gioco. Ma il merito superiore è del <foto/timoniere> che era lì ad aspettare, pronto a vedere ed a prendere.
*** ora tocca a me – Eh sì, Alexandrine aveva molto atteso di <salire a bordo>. Ce lo dice chiaramente con la sua gestualità che sa di bella e giovanissima energia vitale. E l’entusiasmo della mini/amazzone è accentuato anche dalla <professionalità> del cavallo che attende quietamente che l’operazione vada a buon fine.
** il calzolaio – No, non è un calzolaio, è un maniscalco che opera con impegno attento e con sicura professionalità. Mi piace molto, qui, la presa misuratamente inclinata che assegna funzionale vitalità all’istantanea altrimenti piatta. L’inclinazione è servita, infine, e bene, a portare in scena la scenografica infilata dei box.
*** che bella – cosa è bella? Semplice, in questa fotografia è tutto ok. Bella la testa del cavallo che si allunga verso il basso dominando la scena, e bella è la bianca strisciata che la impreziosisce. Ma, e soprattutto è superlativo, il bokeh della giovane amazzone. Un tutto che è di eleganza super.
*** cosa c’è laggiù– Lo sguardo intenso, incuriosito e come inquieto della bimba valeva una presa. Se fosse stato ignorato avrei chiamato una pattuglia di carabinieri a … cavallo. Non so cosa avesse richiamato l’attenzione della bambina, ma certo è che, a non averne colto la tenera fotogenia, anche i vigili urbani fuori servizio sarebbero accorsi indignati.
*** peccato che – disattento o mediocre fotografo. Non si è accorto che lo stalliere aveva lo sguardo diretto verso la camera. Voglio sperare che non sia stato il fotografo stesso a richiamarne l’attenzione. La presa mi è infine servita per ricordare che una istantanea con lo sguardo delle persone rivolto al fotografo può essere soltanto opera di un <scattino> domenicale.
*** ed ora spazzola – Una proposta tenera e viva per una composizione che profuma di serenità, una serenità suggerita anche dalla vegetazione verde del fondo. Bene, inoltre, per la verticalità del fotogramma che mette in scena il verde della parete.
*** la toilette – Eccole, belle ed operose, le due cavalierine in un’istantanea in cui il colore dominante è il bianco. In secondo piano una bimba accarezza l’amico per rassicurarlo, mentre quella più grande in primo piano fa un lavoro di dettaglio, ne arrotola e ne lava la coda. Nei centri ippici la frequentazione sempre crescente dei ragazzi è anche un’opportunità sociale.
*** guida al trotto– qui è solo un allenamento visto dalla cabina di regia dell’ippodromo e dove, in competizione, sono ospitati i giurati che dall’alto avranno una visione di insieme della gara Bella questa composizione che ci mostra il campo di gara nel suo insieme con il trottatore ed il suo sulky. E funzionale è il ricorso ad una cornice dura e forte.
*** operosità o incuria – un bel tuffo del fotografo nel reale. A prima vista si direbbe disordine, ma sarebbe una decodifica ingenerosa. Qui invece si lavora molto ed anche bene. E però alla fine sarà necessario riordinare il tutto per bene. E sarà così perché questa gente ama e rispetta i cavalli.
Filippo Crea.
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