I ragazzi di Craica

Di Carmine Rubicco.

In collaborazione, redatto e pubblicato da Doog Reporter

 

Tra prostituzione e dipendenza dalla colla, la difficile infanzia dei ragazzi di Craica.

Tutti hanno remore morali più o meno forti che si presentano nei modi più disparati.

Nella fantasia queste agiscono ponendo un limite alle bassezze concepibili.

La realtà dal canto suo tali remore non le ha.

 

Pochi penserebbero di scrivere una storia in cui bambini dai cinque anni in poi sono dipendenti dall’inalare colla, si prostituiscono per poter mangiare, vivono in strada di stenti e sopravvivono grazie al buon cuore di qualcuno.

Pochi potrebbero arrivare a concepire una condizione di vita talmente al limite da poter ‘giustificare’ certe cose.

Eppure queste condizioni esistono, sono reali, tangibili, e non si trovano a centinaia di migliaia di chilometri dall’Italia. Sono praticamente dietro l’angolo.

È il caso dei campi rom della Romania, abitati non solo da rom ma anche rumeni, di Baia Mare per la precisione, cittadina a 700 chilometri a nord della capitale, nel cuore della Transylvania.

Tra i sei presenti nella cittadina si parla di quello di Craica. Non perché sia peggiore come condizioni di vita ma perché è l’ago della bilancia, il confine tra campi completamente isolati, Pirita, e palazzi inseriti nel contesto urbano ma in condizioni indescrivibili come il Combinat o la ex Coprom, ex fabbrica chimica.

Tra questi i bambini giocano scalzi e ‘senza pensieri’.

 

 

Le palazzine assegnate dal regime comunista sono un a perfetta cortina per nascondere il campo. Segnano un confine netto, un limite reale tra due mondi apparentemente distanti.

Per raggiungere il cuore di Craica si deve oltrepassare un ponte sotto cui scorre un canale putrescente e putrido le cui acque traboccano di qualsiasi nefandezza.

Poco più in là una linea dismessa della ferrovia attorno alla quale si è sviluppato l’agglomerato di baracche.

Oltre la rotaia più esterna casupole sparse, altra immondizia e qualche cavallo.

Essendo un villaggio che non dovrebbe esistere manca di ogni minimo supporto ‘civile’.

Acqua corrente, oltre che potabile, luce, fogne, impianti per il riscaldamento.

 

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