Gabriele Cecconi. The Wretched and The Earth

Scritto per e pubblicato su Witness Journal

 

Nel mese di agosto 2017, centinaia di migliaia di persone appartenenti al gruppo etnico Rohingya si sono riversate in Bangladesh, in fuga dalle persecuzioni nel loro paese di origine, Myanmar.

 

© Gabriele Cecconi. Campo profughi di Balukhali-Kutupalong, sottodistretto di Ukhia, Cox’s Bazar, Bangladesh – Dei lavoratori rohingya attraversano un canale allagato a causa delle piogge monsoniche in una delle nuove parti del campo. La deforestazione diffusa ha un impatto devastante sull’ambiente, aumentando l’erosione del suolo, il rischio di frane e inondazioni soprattutto durante la stagione monsonica. Oltre la metà dei terreni forestali nei sottodistretti di Teknaf e Ukhia, nella rregione di Cox’s Bazar, è stata utilizzata per ospitare le migliaia di profughi riverstatisi nel territorio bengalese.

 

Oggi, un milione di rifugiati sono ospitati in accampamenti di fortuna nella regione di Cox’s Bazar, nel sud del Bangladesh e, mentre le loro condizioni di vita sono estremamente precarie, il futuro di queste famiglie rimane incerto.

Il progetto mira a documentare l’impatto ambientale di una migrazione di massa improvvisa, al fine di capire la relazione indissolubile tra l’essere umano e il suo ambiente, seguendo due narrazioni molto pressanti: la prima si riconduce alle persone che lottano per la propria sopravvivenza con poche risorse preziose e l’altra, invece, all’impatto della crisi su un ecosistema già debole e degradato.

Tutti conoscono il legame eterno ma fragile tra l’essere umano e il suo ambiente e durante una migrazione di massa questa linea viene ampiamente oltrepassata.

Questa rimane purtroppo una problematica nascosta, che non viene affrontata adeguatamente dalla comunità internazionale, specialmente nelle fasi di emergenza della crisi, nonostante le conseguenze che incidono drammaticamente sui rifugiati, direttamente esposti all’ambiente ospitante.

 

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