Fotografia e hegeliana Sintesi

C’è un luogo affacciato sul Mincio che pare composto da una volontà superiore, stringente e soffusa ad un tempo.

Ogni elemento s’innesta armonicamente, così come Uomo (i suoi manufatti) e Natura dialogano senza cesure o contrasti.

Come agire su di esso, sia l’occhio premuto su gommosa conchiglia o diretto a piccolo schermo LCD?

Un approccio hegeliano appare pertinente.

In più modi, sembra esserlo.

Perchè Hegel faceva transitare la sua Idea dalla Natura allo Spirito, cioè all’elaborazione mentale umana.

Inoltre, faceva partecipare al processo Tesi ed Antitesi, all’inseguimento di una Sintesi che unifichi contrapposizioni.

Sapete, quel giorno a riva del Mincio lo zaino era prevalentemente occupato da accessori dronuali, perchè quello era il tema principale della sessione fotografica, in un sito poco discosto.

Per lo scenario raffigurato nelle tre fotografie a corredo di questo brano, invece, avevo portato una reflex in formato Leica con un solo zoom dal grandangolare al moderato tele.

Solo in seconda battuta, prima di partire, avevo aggiunto un secondo zoom caratterizzato da un maggiore ingrandimento.

E tutto ci voleva.

Tutto ci voleva perchè mente e spirito possono abbracciare tutto.

Tutto comprendere, tutto amare.

Amare l’amaro, amare il dolce.

Lo speziato come il delicato.

La carne al sangue come la più abbrustolita delle grigliate.

Tradotto in fotografia, siamo approdati alla Compresenza e Compenetrazione delle Differenze.

La stessa cosa cucinata in diversi modi.

Fuoco sui pali in acqua confitti, ma con variegate salse.

L’angolo di campo di 84° (ottenuto da un 24 mm sul succitato formato Leica), con tempo d’otturazione che preservi l’intelleggibilità delle liquide corrugazioni, ed una scala di grigi dal contrasto medio.

Una focale 210 mm resa quadrata in postproduzione con un tempo d’esposizione di due minuti, e con il contrappunto delle cromie.

Un bianconero dalle fonde oscurità e squillanti luminosità.

E così procedendo – ho realizzato molte più declinazioni, che qui per brevità non riporto – attraverso focali, tonalità, inquadrature.

Perchè sì, tutto possiamo abbracciare ed amare.

La psiche agogna spaziare, mal sopporta confini.

Per la terza volta, e per la terza ragione, possiamo menzionare Hegel, quando parlava di “leone affamato”.

In senso antitetico, epperò, all’accezione hegeliana.

Non il mostro che divora l’Europa, insomma.

Piuttosto un intendimento – di più, un desiderio – che assapori il confine nell’etimologia latina di “limen”.

Una soglia, messa lì per essere superata.

Chi fotografa a colori può delibare una scala di grigi.

Chi ritrae stretto può anche abbandonarsi alla visione ampia.

Chi predilige morbidezza può rimanere intrigato da netti contrasti.

Chi apprezza il dinamismo di una ratio tra i lati esasperata può per una volta abbandonarsi al formato quadrato.

Nessuno di noi è una cosa sola.

E tutto abbiamo facoltà d’introitare.

 

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Claudio Trezzani

https://www.saatchiart.com/claudiotrezzani

 

 

 

 

 

NOC SENSEI è un modo nuovo di vedere, vivere e condividere la passione per la fotografia. Risveglia i sensi, allarga la mente e gli orizzonti. Non segue i numeri, ma ricerca sensazioni e colori. NOC SENSEI è un progetto di New Old Camera srl

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