Laddove prima furono le rappresentazioni teatrali, i libri e poi la radio gli unici media a disposizione di un autore per evocare saghe, crimini e leggende arrivarono poi il cinema e la tv ad inscenare, a volte magistralmente a volte un po’ meno, quelle stesse sceneggiature, con il vantaggio di potergli conferire corpo, maggior movimento, più spazio e colore a delinearne maggiormente le caratteristiche, la trama e i personaggi.
Per alcuni la canzone “Video Killed the Radio Star” dei Buggles del 1979 fu eletta a profezia definitiva (anche se il testo parlava di questo, ma non proprio di questo…)
E però va da se che dopo una iniziale sbandamento, la storia oggi ci insegna che (senza stare a scomodare nomi e ricerche) teatro, libri e radio godono ancora di un incredibile successo, ma sopratutto non hanno mai perso il loro fascino.
Quale?
Quello di non arrivare mai a soddisfare pienamente i sensi dello spettatore.
Non arrivano mai a fornire all’utente tutte le stimolazioni necessarie ad inscenarsi nella trama del racconto (come vorrebbe il cinema 3D sensoriale).
Tutti i tre media tradizionali (radio, libri e teatro) hanno in maniera diversa il pregio di lasciare grandissimo spazio alla immaginazione e alla fantasia dell’utente che ne fruisce.
Sarà il nostro cervello a rimane libero e anzi sollecitato a completare le informazioni ricevute andando ad aggiungere quelle informazioni mancanti e a dare corpo, movimento, spazio e colore alle parole del libro, al racconto della radio o alla scenografia teatrale.
Il grande pregio di questi media è il potere / sapere liberare la fantasia dell’utente.
E la fotografia?
Beh, la risposta arriva da sola…
Una frazione di secondo, a volte un solo millesimo, per raccontare una storia intera.
La sintesi più estrema ed ortodossa della capacità da parte della nostra mente di aggiungere tutto ciò che stava prima, dopo e attorno.
Laddove alla fotografia non segua una didascalia che ne racconta il prima e il dopo, allora tutto ciò che vediamo in quell’istante, tutte le sensazioni che quella immagine riesce a trasmetterci, i suoni e addirittura gli odori, sono il prodotto di una mente sollecitata a farlo.
Una frazione di secondo capace di accendere un universo.
Proprio come un Big-Bang.
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