Da sempre e fino alla noia più… annoiante scrivo della importanza primaria del fare “fotografia a tema”. Scegliere un tema, cercarlo, approfondirlo, è fondamentale nel percorso formativo di qualsiasi autore. Cercarlo prima fra i propri fantasmi mentali, e poi cercarlo nel territorio del reale.
Ed eccomi a Fanny Genoux, una volta <documentalist> in una scuola della periferia parigina, e da tempo sensibile fotografa a Nizza.
Una premessa del mio maestro Andreas Feininger recita “l’ombra giusta al posto giusto può trasformare un soggetto che non dice niente in un’immagine suggestiva”, ed ancora: “le ombre hanno una forma, e possono diventare soggetto esse stesse”.
Ed ora rieccomi a Fanny che le sue ombre, nere/nere, viste nel <Vieux Nice>, le ha impreziosite anteponendole a superfici o presenze colorate. La matrice di queste sue immagini è nell’accostamento apparentemente improbabile tra il nero forte e classico delle ombre con il colore delle superfici su cui esse si disegnano.
Dice Fanny “questa serie è nata dalla mia voglia di dipingere con ombre profonde, e di combinare la luce delle stradine della città vecchia e le sue case colorate con le geometrie del luogo e con i suoi passanti”.
E Fanny ha in concreto suggestivamente mixato le luci forti e le ombre forti di questo imperdibile set fotografico.
E poi continua “…ma io sono altrettanto felice quando arriva la pioggia, perché i colori cambiano, le ombre spariscono, ed io corro fuori a fotografare”.
È sempre di fattura straordinariamente semplice e poetica il <far fotografia> di Fanny Genoux che aggiunge “io non faccio mai della messa in scena. Io prendo le foto dal vivo e cerco di catturare quei dettagli che hanno attirato il mio sguardo”.
Gli Autori preferiti. Eccoli: gli straordinari fotografi Fan Ho e Saul Leiter, genio della <street photography> a colori, ed infine il pittore statunitense Edward Hopper.

© Fanny Genoux
Una donna vitale, una donna del nostro oggi muove rapida i suoi passi verso qualcosa che è parte del suo mondo raccontato qui con le presenze, appena accennate, di un’automobile, di uno scooter, e dell’insegna di un negozio.

© Fanny Genoux
Il giallo è il forte colore/simbolo del mistero. E qui un uomo entra con passi lenti e sospetti in uno spazio che forse non gli appartiene. Fotogenico il contrasto cromatico e compositivo fra le diverse superfici gialle nere di questo palcoscenico.

© Fanny Genoux
Alla bambina fanno compagnia due ombre rassicuranti: la sua e quella di un’amichetta. E la serena delicatezza del suo volto è supportata ottimamente dal colore bianco del suo camicinom e da quello rosa della superficie di legno che è a destra nel fotogramma.

© Fanny Genoux
Qui l’ambiente è vivo, divertito e divertente. Questo fotogramma è connotato da due spazi diversi e complementari. A sinistra alcuni rettangoli coloratissimi, a destra un segmento uniformemente scuro, fanno da palcoscenico al gioco della palla che un fortunato incrociarsi di luce e di ombre ha messo in valore.

© Fanny Genoux
Questa istantanea è una immagine magari non inquietante ma che di certo sollecita taluni interrogativi. Che ci fanno qui queste due figure, un uomo e una donna, che hanno l’aria di essere complici di un qualcosa che non è facile intuire? Perché insieme?

© Fanny Genoux
Una fotografia di assoluta normalità che non mette in moto speciali interpretazioni o suggestioni. L’autrice ha fatto comunque bene a proporla in quanto essa è complemento discreto di un territorio come “le Vieux Nice” dove accanto a cose e persone diverse e speciali, si ritrovano presenze del tutto ordinarie.

© Fanny Genoux
Una proposta, questa, di bell’equilibrio compositivo. Due distinti segmenti di pari peso all’interno del fotogramma. A destra uno spazio del tutto annegato nell’ombra. A sinistra, in una lavagna in luce, si disegna la figura di un uomo che passeggia tranquillo con un cagnolino.

© Fanny Genoux
Davanti ad una parete metallica arrugginita una donna si arresta e pare si interroghi perplessa su cosa possa esserci lì dietro. Una piccola ma decisa macchia gialla in fondo a sinistra assegna un po’ di vitalità all’insieme. E mi interrogo: quanti foto/streettisti avrebbero intuito l’opportunità di questo raccontino d’ambiente? Boh!

© Fanny Genoux
Ancora una presa coerente con il tema prescelto: ombre nere come incollate a presenze dal cromatismo molto forte, e che Fanny ha cercato con pazienza nel territorio della <città vecchia> di Nizza. E lo ha fatto nel rispetto di una regola fondamentale che vuole che la “pazienza” sia un accessorio irrinunciabile
nella borsa di tutti i buoni fotografi. Fanny non si è affidata alla fortuna. Trovata la lavagna giusta, ha atteso pazientemente, e talora molto a lungo, che su di essa si materializzasse la presenza auspicata. E ciò valga come memento per gli <scattini> del mediocre Club “spara in fretta e scappa”.

© Fanny Genoux
Semplice, immediata, di contenuta composizione contenuta, questa proposta nella quale un uomo esce di scena, quietamente appagato dal suo cono/gelato. A me questa presa, apparentemente povera di scrittura sofisticata, piace. E piace proprio perché è come una bruschetta profumata, olio e basilico, da gustare senza fretta.

© Fanny Genoux
E questa? Questa immagine è roba da boutique raffinata. Una superfice di colore verde spento ed uniforme è lo spazio nel quale recita, emarginata in basso ed assolutamente non invadente, una figura femminile molto discreta.
Filippo Crea
PS – Due righe per riferire, da me riprese dal francese, alcune cose minute e semplici che scrive di sé Fanny Genoux, fotografa di bella sensibilità insegnante, nata a Lione, e che oggi vive a Nizza.
“Le ombre, il chiaro-scuro, le linee, le superfici materiche, hanno un linguaggio che mi affascina. Io mi servo dell’ambiente, più spesso di quello urbano, come di uno scenario che mi fa comporre delle storie affinate magari da insignificanti dettagli.”
È il caso delle fotografie che qui sopra raccontano le <vieux nice>, l’affascinante e vitalissimo universo ambientale ed umano della città vecchia della città.
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