Donne Fotografe. Qui Fanny Genoux

Fanny Genoux, vive a Nizza dove vive, lavora e… fotografa! E’ profondamente attratta dalla sua lumisosità mediterranea, e dalla fotogenica convivenza di luci ed ombre. il suo set privilegiato è <le vieux nice> con la sua fauna umana, con le sue stradine, le sue bottegucce, i fiori ed i colori che la animano. In questa sua serie fotografica che lei ha titolato <entre le lignes>, (in italiano è <leggere fra le righe>) ha fatto una scelta per lei nuova, o quasi. Si è espressa con un bianco/nero molto forte.

Preciso: “NERO FORTE E BIANCO FORTISSIMO”, e la risultante è magica e prossima al gergo metafisico.

Molti anni fa vidi un film di Jean Claude Lelouche titolato “LUNA NERA” – un film enigmatico, controverso, che divise pesantemente critica e pubblico. All’inizio del film una didascalia avvertiva così gli spettatori “non cercate di capire, lasciatevi andare, non interrogatevi, guardate e … basta”.

Oggi io quasi analogo invito rivolgo a chi vedrà le fotografie di Fanny. La fotografia deve arrestare lo sguardo. E così è per la narrativa, che annovera scrittori facili e difficili. In poesia c’è Carducci e c’è Ungaretti. In fotografia c’è Francesca Woodman e c’è Vivian Maier. E c’è anche Fanny Genoux con le immagini che seguono:

Foto 01 – Quest’opera impeccabile per equilibrio di pesi e volumi, ha la sua marcia in più nella convivenza del bianco e del nero sapientemente accostati. Ed anche nel contrasto dimensionale, esasperato, tra la mini/figura umana e l’imponenza delle presenze architettoniche verticali che sembra vogliano vincere la partita.

 

 

Foto 02 – A sinistra uno spazio nero, grande e fortemente incombente, è come un sipario teatrale parzialmente aperto sulla scena nella quale si intravede una minuscola presenza umana tristemente ristretta in un insieme compositivo indefinito che sembra voglia escluderlo dal gioco geometrico del tutto. È quasi come un omaggio alla emarginazione.

 

 

Foto 03 – Qui Fanny si rifà ad una scrittura compositiva più classicheggiante. Intendo, di lettura più immediata e più facile rispetto alle altre fotografie qui proposte. Semplice, la figura femminile in entrata nel fotogramma guida lo sguardo dell’osservatore verso l’insieme ordinatamente e suggestivamente seriale che la precede.

 

 

Foto 04 – Sembra di essere al <Teatro delle Marionette> per uno spettacolo al confine tra invenzione scenica e realtà. Piccoli ma decisi i passi dei due bambini che sembra vogliano andare verso la vita imitando l’adulto che li precede. Non inutili, infine, le tre ombre che spiovono dall’alto a sinistra facendo il verso alle tre figurine. Un racconto fotografico che sa di favola, ma che favola non è. È infatti una istantanea leggera e poetica.

 

Foto 05 – “Entre les lignes” (leggere fra le righe) titola l’autrice, ed io ho provato a farlo, a capire cosa abbia voluto raccontare Fanny. E non mi è stato difficile comprendere che ha voluto comunicare la fascinazione ipnotica esercitata dal mare sull’uomo che ha risalito la scalinata proprio per poterne cogliere la fotogenica pienezza. E la secchezza geometrica dei gradini, infine, ha esaltato ancor più la spazialità del mare.

 

Foto 06 – Bellissimo il grafismo di quest’opera. Nove bandiere svettano parallele verso il cielo, e i loro nove riflessi si posano, complementari e fotogenici, sul marciapiedi battuto dalla pioggia, e da dove un uomo si prepara ad uscire di scena volgendo a sinistra. A questa immagine non mi riesce di aggiungere alcun commento. Non è da decodificare, è solo da ammirare!

 

Foto 07 – Quante sono le linee che attraversano questo insieme? Molte, e tutte concorrono a mettere in risalto la figura dell’uomo che, in alto, silenzioso e discreto, percorre la linea di confine tra cielo e terra. Non si sa chi sia quest’uomo e dove voglia andare. E questo è il fascino indefinito e metafisico di questa prova da boutique raffinata.

 

Foto 08 -Un’opera molto suggestiva che non è, forse, di immediata lettura. E non lo è perché la bimba alla base inferiore del fotogramma è minuscola, fragile, quasi invisibile. Ed è questa la marcia in più di quest’immagine. Ma Fanny ha occhi aperti e curiosi e non se la è fatta sfuggire. Notare infine come il grande insieme delle strisce in parete supporti e giochi un ruolo accattivante con la figurina della bambina.

 

Foto 09 – Una istantanea tipicamente <street> alla portata di qualsiasi fotoamatore. “Anche io avrei saputo farla una foto così” – Affermazione superficiale! A vederla, stavolta, è stata però Fanny Genoux che ha colto appieno la quiete dei dieci attori, propiziata dalla dolcezza di un mare quieto ed amico.

 

Foto 10 – La fotografia, quella ok, non è d’obbligo che sia impegnata e/o seriosa. Può essere anche il risultato di un divertissement, come è in questo caso in cui le strisce degli short del passante giocano simpaticamente con quelle della pavimentazione. E Fanny ha ben composto il tutto decentrando la figura umana in alto a sinistra per non disturbare la lavagna di base.

 

Foto 11 – Un palcoscenico cromaticamente uniforme e discretamente segmentato, coerente con le linee guida volute dall’autrice per questo suo tema fotografico, ospita i passi sicuri di un uomo in nero che entra in scena in alto a sinistra. Il plus è qui nella semplicità compositiva del tutto.

 

Foto 12 – Non è una fotografia. È una poesia, è un raffinato omaggio alla Natura. In una giornata di pioggia lenta e leggera, cielo e terra vivono accostati in una bruma chiara e uniforme. Cielo e terra cromaticamente amici seppur separati da una linea nera di confine. Tutto OK!

 

Foto 13 – Una bella narrazione umana. Due figure, un uomo ed una donna sostano immobili ad una medesima distanza dal palo verticale. Si può immaginare che siano arrivate insieme sul lungomare e che si siano poi allontanate l’una dall’altro. Incomunicabilità? Forse! Il colore bianco svuota la scena ed esalta questo vuoto che di certo è spaziale ma che è soprattutto umano.

 

 

Foto 14 – Fanny dopo avere ripreso l’uomo <a strisce> con gli short non si è fermata. A motivo alla sua curiosità ha continuato a guardarsi intorno. Ha percepito che questa signora <a strisce> era più suggestiva dell’uomo con gli short, ed ha fatto ancora clic. Ed ha fatto benissimo. Ha così dimostrato che un soggetto di identica matrice può dare vita a due o più foto in apparenza analoghe ma diverse.

 

 

Foto 15 – Ed anche in questa ripresa, nel rispetto delle regole imposte dalla specificità della serie, le righe ci sono, verticali ed orizzontali. Ed anche qui, in basso a sinistra, la parte superiore di un telone bianchissimo partecipa al gioco compositivo del bianco opposto al nero. Ed anche qui la figurina umana, secca e visibile, c’è, ed è primaria.

 

 

Foto 16 – Impeccabile e di bella armonia compositiva questo insieme di decisa fattura geometrica che si avvale del contrasto secco tra il bianco ed i neri. Doveroso quindi, anche e soprattutto, considerare questa immagine come riconoscimento al “fare fotografia” di marca superiore di Fanny Genoux.

 

 

NB – Fanny ha fotografato poco meno di 99 affascinanti universi oggi raccolti in suo libro fotografico titolato “RESONANCES”, presente in libreria – È editato da <Corridor Elephant>

 

Ciao a tutti, Filippo Crea.

 

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