Banale, non banale

Tempo fa su NikonClub una lettrice si interrogava così: “mi sono sempre chiesta cosa è una foto banale”. Con lo scritto che segue spero di esserle, almeno in certa misura, di aiuto.

In treno verso Pisa. Davanti a me, sola, una bella ragazza sfoglia distrattamente una rivista. Ho voglia di far quattro chiacchiere con lei. E provo così “sia gentile, la prego, mi suggerisca, per piacere, un modo non banale per attaccare bottone”

La mia formula funzionò, e con la cristiana, molto divertita, cominciammo a parlare di come e quanto si sia spesso banali. <La banalità> fu il divertente argomento che ci fece compagnia fino all’arrivo.

E la sera, in albergo, ebbi l’idea di scriverne, e di scriverne specificamente sulla fotografia. E decisi che sarebbe stato funzionale comparare due fotografie di identica matrice. Eccomi, dunque, con due foto relative allo stesso tema E, nello specifico, sono entrambe relative all’esercizio <dal basso>.

 

 

Sì, è una ripresa <dal basso>. E l’Autore un insieme come questo lo ha certamente voluto e cercato. Su una lavagna nera stacca in suggestivo contrasto cromatico un cartello stradale che sfida un campanile acceso da luci notturne- Una foto come questa non è un omaggio della fortuna. È una immagine <cercata> da un Autore di bella creatività.

 

 

Per attribuire a questa foto la qualifica di <banale> o di <non banale> compariamola religiosamente con quella precedente. E solamente dopo esprimiamoci

 

 

Nella presa qui sopra una delle Piramidi di Giza in una presa un po’ <diversa> che è mia e perciò tutt’altro che banale. O no? O sarebbe stato meglio che io avessi aspettato un turista in bermuda e cammellato? Siate cortesi, ditemi la vostra. Grazie.

 

 

 

E la partita tra il <banale> ed il <non banale> continua con due immagini molto prossime ed entrambe riprese nel Cimitero Americano di Nettuno che ospita ed onora le spoglie dei soldati americani vittime nell’Italia Centro Meridionale nella Seconda Guerra Mondiale.

La prima foto è, a mio avviso, nient’altro che la presa/souvenir di un fotoamatore
assolutamente normale. Niente di più.

La seconda immagine, quella con il giardiniere, banale non è. E non lo è perché <parla> e racconta una storia. Documenta l’omaggio rispettoso del nostro Paese per gli Uomini che qui ora giacciono.
qui foto <la necropoli>

 

 

Ed ora un’altra prova che gioca nella squadra del <non banale>. L’Autore, in visita
alla Valle dei Templi di Agrigento, vede un pannello che recita <Necropoli Paleocristiana>. Attenzione, il cartello non si riferisce alle vestigia archeologiche del sito, e però l’Autore lo percepisce come simbolo del degrado urbano della città/oggi che è visibile nella foto.

 

 

 

Nelle due suggestive viste veneziane qui sopra la riprova che Venezia non può essere vittima sacrificale di chi riesce a vederci solo i piccioni di Piazza San Marco e qualche gondoliere a riposo. Due immagini, queste, di marca super che non necessitano di commento alcuno. Eccole entrambe ovviamente per la serie del<non banale>.

Ed ora una breve sosta a complemento delle notazioni sul tema della banalità.

*** “complimenti per la trasmissione” – Se mi capita ancora di ascoltare in TV questa roba, mi manca il respiro, e soffoco!

*** “non vi lasceremo soli”. L’ho sentita di recente in TV da Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato, in visita a Canazei per il dramma della Marmolada. È cosa che ho sentito centinaia di volte.

*** “un quarto d’ora prima di morire era ancora vivo” – Firmato: Monsieur di Lapalisse.

*** “quando io ero giovane il mondo non era come è oggi.”

Faccio ora stop di corsa per ritornare alla Fotografia.

E lo faccio con due fotografie entrambe relative al mondo del mercato, e che banali non sono, a meno che qualcuno mi convinca del contrario. La prima, vista dalla mia finestra, sul mercato del venerdì davanti a casa.

Eccola:

 

 

In un angolo riparato dai bancarellari un immigrato propone quietamente la sua “merce” ad una passante che tira dritto negandosi a questa <persona> lontanissima dal suo mondo e dai suoi affetti. Foto banale?

 

 

Ed eccone qui sopra ancora una sempre relativa al mercato. L’ho vista nella straordinaria Boqueria di Barcellona. Perché non è banale? Semplice, i colorati ed animatissimi mercati vengono ripresi, otto volte su dieci, con bancarelle straripanti di frutta, di affettati, di formaggi, di vini. Ed è normale che sia così. Ed allora perché questa fotografia la considero <non banale>? – Ha una evidente marcia in più compositiva nel fatto che i prosciutti impegnano il 99,9% del fotogramma. E però, e però, osserviamo bene in fondo a sinistra, e scopriremo un volto, quasi invisibile e come mimetizzato con l’insieme.

 

© Luigi Ghirri

 

Luigi Ghirri Grande Maestro che fotografando la sua terra d’origine, la via Emilia, le cascine dei suoi luoghi, trasforma il banale in non banale. Eccone una riprova in questa fotografia che viene dal reale e che però qui diventa paesaggio sospeso, come al di fuori del tempo. Un’immagine che avrei voluto fosse firmata da Filippo Crea. Ed invece non è mia. E qualcuno abbia il coraggio di definirla banale perché è nient’altro che la presa di due strutture murarie che aprono su una proprietà rurale.

 

 

 

Due fotografie, qui sopra, entrambe relative a <il mondo del vino>. Sono diverse l’una dall’altra. Una delle due sarà anche buonina ma non si segnala per creatività. Quale delle due? – L’altra nata in una storica vineria del  “VieuxNice”, la suggestiva città vecchia di Nizza, che espone tra le bottiglie una celebre fotografia di Henri Cartier Bresson. Quale delle due prese è la più ordinaria?

 

Questa fotografia viene da uno dei miei molti <compiti a casa>. Il tema proposto era” l’estate”, ed io sollecitavo un’estate “diversa”. Non volevo l’estate raccontata con la bella figliola in bikini, o con il nonno che aiuta il nipotino a costruire un castello di sabbia in riva al mare. Ed allora per meglio spiegarmi proposi questa mia <estate> di città. Vi sembra banale?  A me no, ed insisto che è no!

 

Perché questa fotografia? È per restare nel terreno della banalità. Cercavo “immagini di città” e non volevo però Trinità dei Monti a Roma, e non volevo Piazza della Scala, e non volevo l’Arena di Verona. Volevo comunque qualcosa che dicesse <città> con scrittura diversa, e la trovai sotto il cavalcavia Monte Ceneri a Milano. E sono lieto di averla presa. Il cavalcavia c’è, c’è un bel semaforo rosso, ci sono cartelli stradali ed automobili, e c’è, non banale, un cartone che richiama al 29 aprile <nero> della città a memoria dell’omicidio del giovane Sergio Ramelli. È una fotografia banale?

 

 

 

“Milano City “solo sterpaglie e campi incolti non molti anni fa in questo luogo milanese oggi di straordinaria avanguardia architettonica e mercantile. I suoi grattacieli attirano le fotocamere di migliaia di visitatori. E qui sta il banale, tutti a fare le stesse foto degli stessi grattacieli che svettano insieme verso l’alto.

Eh no, signori, City Life è anche una ricchissima miniera di foto/opportunità di marca super con al suo interno accattivanti immagini <diverse> che illustrano al meglio questo luogo di oggi proteso verso il domani. Qui sopra ecco due proposte che dimostrano che City Life non è solo grattacieli, ma ha al suo interno la suggestione della vita.

Le due ragazze fanno parte del paesaggio umano coerente con il luogo, e la vetrina “just do it” ne affina al meglio l’ambiente interno.

Ed ora chiudo.

E lo faccio annotando che questo mio contenuto intervento sulla banalità, io l’ho strutturato di proposito non come una dotta <lectio> di fotografia, ma come uno stimolo elementare e concreto a guardare <sempre> dentro a <tutte> le fotografie, a meditarle, e a decodificarle per rilevarne positività e/o negatività.

Un esercizio di disponibilità che è fondamentale per un felice affinamento del “far fotografia”.

Salute e saluti a tutti.

Filippo Crea

filic@fastwebnet.it

 

 

 

NOC SENSEI è un modo nuovo di vedere, vivere e condividere la passione per la fotografia. Risveglia i sensi, allarga la mente e gli orizzonti. Non segue i numeri, ma ricerca sensazioni e colori. NOC SENSEI è un progetto di New Old Camera srl

One Comment

  1. Mario Balossini Reply

    Ho scritto sul medesimo argomento sul numero 6 de “la Fenice “, rivista telematica della Società Fotografica Novarese. Grazie dell’attenzione. Mario Balossini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Alert: Contenuto protetto!
%d