Attenti al Fuoco

Sullo smartphone mi sono imbattuto in un’aspra e interminabile disputa. Due decine circa i contendenti impegnatissimi a stabilire se il fuori fuoco fosse un reato perseguibile dalla Legge, o se fosse un linguaggio d’arte. Dico la mia “non me ne frega granché delle diverse opinioni, A me il <fuori fuoco> piace”. –

In rete ho scovato anche robe del genere “come eliminare un fuori fuoco” corredato da dottissimi suggerimenti tecnici che mi hanno divertito. Sì, è vero, capita talora che qualche foto/malanno possa in parte risolversi. Nove volte su dieci però il tentativo di rimediare ad un fuori fuoco vi farà omaggio di pesanti dispiaceri. Buoni, quindi!

Ancora: il fuori/fuoco vero deve interessare l’intero fotogramma e non solo una sua porzione. In tal caso si tratterebbe di fuori fuoco <selettivo>, cioè di un fuori fuoco impostato dal fotografo per evidenziare o meno uno specifico piano del fotogramma. E’ quel che ne vien fuori è definito <bokeh>.

Il fuori/fuoco ha impegnato anche molti pittori. Ed il francese Claude Monet che ne ha fatto grande uso per le sue famose ninfee, e non solo per quelle, ne è caposcuola.

 

 

1) Immaginiamo ora quest’immagine come bene a fuoco. Ci piacerebbe di più? Io credo di no e credo semmai che sarebbe come qualcosa di ordinario privo di appeal. L’uomo con l’ombrello sarebbe più reale, più concreto, e pertanto meno prossimo alla fantasia. Ed invece, così fatto, lascia maggiore spazio all’immaginario che è ben più fotogenico.

 

 

2) Un primo piano netto anticipa la figura umana qui appena solo intuita. Il fotogramma però è solo parzialmente fuori fuoco. E disattende quindi la norma che impone che un buon fuori/fuoco debba essere tale nella sua interezza, ad evitare che si configuri come un classico <bokeh>, il quale vuole un primo piano netto che ne anticipa un secondo volutamente fuori fuoco. E questa foto io l’ho voluta qui giusto per decodificare le due diverse opzioni.

 

 

3) Una ragazza corre con i pattini in un viale alberato. Da notare come il suo mosso misurato non sia penalizzante, e come costituisca semmai una funzionale e fotogenica marcia in più che affina al meglio il foto/racconto.

 

 

4) È come un acquarello di un pittore impressionista. Suggestivo che nel fotogramma la parte in alto, molto estesa e di colore scuro, sembri come posta protezione dei pochi e minuti fiori rossi in basso nell’immagine. Un fuori/fuoco di valida e consolidata matrice paesaggistica.

 

 

5) Decisamente diversa e fuori norma la scrittura di questa fotografia che è di presa immediata e di linguaggio moderno molto diverso dalle ricette più consolidate delle immagini fuori/fuoco. Bene, infine, che il rosso della ragazza giochi un fotogenico contrasto cromatico con il blu che veste il ragazzo. Ed è bene infine che le due figure scorrano insieme in parallelo.

 

 

6) Un’immagine nata in campagna e la cui ripresa rispetta le regole del gioco che vogliono che l’intero fotogramma sia in fuori fuoco. Sia la cascina che l’albero in primo piano difatti lo sono. Ed infine la composizione, cromaticamente quieta, ha atmosfera gradevolmente riposante.

 

 

7) Un insieme di fattura modernissima e di molta creatività. Le due auto si inseguono lungo un percorso che scorre in diagonale. Grandemente fotogenici i quattro fari, due più due, che emergono da una lavagna cromaticamente uniforme. Una fotografia super!

 

 

8) Una scrittura attualissima e di presa immediata, nella quale convivono armonicamente tre diversi colori, rosso, nero, e bianco. La presenza protagonista è nel mosso della figura con l’ombrello. Un suggestivo insieme fuori/fuoco da boutique raffinata.

 

 

9) Una prova a prima vista relativamente povera. Eh no, l’albero ed l rametto che in basso ne incrocia il tronco, bastano e avanzano per dare vita ad un acquarello di fatto gradevolissimo da ammirare. Bene anche per la minuscola base gialla che regge il tutto.

 

 

10) Anche il BN sente il fascino del fuori/fuoco così come è in questa immagine che avvalendosi di un classico bianco/nero risulta arricchita dalle due presenze umane in fuori fuoco in entrata nell’ingresso di un grande edifico. Ancora una riprova che questo strumento espressivo funziona comunque e dovunque.

 

 

11) Ancora un acquarello semplice e potabilissimo con due frazioni, bianca a sinistra e rossa a destra armonicamente l’una accanto all’altra. Una bella proposta di struttura agile, fotogenica e non sofisticata.

 

 

12) Milano, una strada congestionata dal traffico è OK et dimostrare che il fuori/fuoco può impreziosire mondi diversi (le metropoli, la campagna, i luoghi del vivere quotidiano, la natura, ecc.) – Questa fotografia cromaticamente forte è sicuramente esaltata dalla scrittura in fuori/fuoco. O no?

 

 

13) La divertente silhouette della ragazza in disinvolta postura che dal di dentro di una stanza osserva il mondo di fuori, a me piace un sacco. Ok per pesi e volumi e per il colore d’insieme che è discreto e potabilissimo.

 

 

14) Bellissima fotografia che richiama con immediatezza i colori densi di Gauguin nei suoi dipinti sulla primitività paradisiaca delle isole Marchesi. Una grande massa giallo/oro si addensa nella composizione così esaltando infine il rosso del piccolo capanno.

 

 

15) Un insieme di certo non difficile e prossimo alla normalità di un buon “già visto”. L’uomo con l’ombrello rosso quietamente in uscita dal fotogramma è presenza complementare ma certamente funzionale al tutto.

 

 

16) Una fotografia che ha la sua marcia in più in due presenze diverse ma complici che giocano un contrasto suggestivamente fotogenico: le luci forti in alto ed il nero secco dell’uomo in basso esaltato da un fondino bianco. Equilibrio compositivo e immediatezza qui alleati.

 

 

17) In assenza del fuori/fuoco questa fotografia avrebbe viaggiato verso la normalità, verso qualcosa di ordinario, e sarebbe risultata piatta e priva di plasticità. È bene rilevare come qui un deciso controluce sia stato leale alleato del fuori/fuoco. In breve, una immagine ok.

 

 

18) In una stradina del “Vieux Lyon”, della città vecchia di Lione, tre persone, quasi tre fantasmi, si allontanano insieme, e la loro incorporeità è esaltata dalla sfera luminosa rossa generata da non so cosa, forse da un lampione, o forse da una insegna commerciale.

 

 

19) Il fuori/fuoco è talora come un fabbricante di fantasmi. E qui eccone uno che in bicicletta percorre e si allontana da una strada male in luce. Una presenza quasi impercettibile, ma tutt’altro che trascurabile è nelle due macchie rosse, piccole e maldefinite a destra in centro del quadro, e che sembra vogliano nascondersi.

 

 

20) Ed infine un dipinto del celebre pittore francese CLAUDE MONET, titolato “Il Parlamento di Londra”. Proprio così, un edificio importante con un nome importante che un ben calibrato fuori/fuoco ha trasformato da semplice documento a gioco dell’immaginario.

 

*** A chi vorrà cimentarsi con il fuori/fuoco fotografico, buon divertimento da:

Filippo Crea

filic@fastwebnet.it

 

 

 

 

NOC SENSEI è un modo nuovo di vedere, vivere e condividere la passione per la fotografia. Risveglia i sensi, allarga la mente e gli orizzonti. Non segue i numeri, ma ricerca sensazioni e colori. NOC SENSEI è un progetto di New Old Camera srl

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