Rifilare una fotografia. Io, sbagliando, ho sempre scritto “ghigliottinare”. Sbagliato perché? Avete presente come funziona la ghigliottina, quella vera? Viene giù secca e dritta dall’alto e, finito il suo lavoro in pochi centesimi di secondo, al boia resta poco da modificare.
“Rifilare” vuol dire tagliare a sinistra, a destra, in alto, in basso. Ed è quello che talora io faccio. Io non amo le ortodossie, che nulla hanno da spartire con la creatività. Io rifilo e modifico, e non credo di dovere giustificazioni ad Henri Cartier Bresson che aveva in odio questa pratica, e a Robert Frank che invece era un foto/tagliatore accanito. Roba da ridere quelli che stampavano riproducendo il margine perforato della pellicola, a garanzia del loro rispetto di questa regola santificata.
Questi signori però non si scandalizzavano se il loro prodotto era stato inquinato da un eccesso di contrasto, se era stato o meno alterato con un qualsiasi filtro. O se… o se… o se… – E non è neanche un dogma che in una Mostra le fotografie debbano essere tutte orizzontali o tutte verticali. E tutte della stessa dimensione. Nel magico gioco di ogni espressione artistica io sono sempre per il rispetto della più personale libertà creativa.
Ora faccio stop su questa infinita e sbadigliogena guerricciola per fare spazio ad alcune immagini che io ho <rifilato> e modificato, o bene o male. Infine, una precisazione: in nessuna delle fotografie che vedrete qui sono intervenuto con valutazioni personali. Il solo compito che mi sono assegnato è stato quello di stimolare il lettore a curiosare sulle non poche opportunità della rifilatura di una fotografia. Tutto qui!
Mi piacerà infine che i miei lettori analizzino le mie <foto di partenza> proponendo soluzioni diverse ed alternative ai miei… tagliuzzamenti. Ecco:
*** CROITORIE – Brasow. in Romania <Croitorie> sta per sartoria – e l’autore ci propone qui un luogo poco promozionale della città. Il negozio, in una via centrale della città, ne documenta la relativa modestia. Ed io, eliminando la parte destra dell’immagine, ho voluto modificare in meglio l’immagine. Ed ho ripulito dal superfluo la parte protagonista dell’immagine, laddove una donna in nero, in uscita dalla scena, propone un contrasto immediato, cromatico e narrativo, con il bianco degli abiti da sposa appesi all’esterno.
*** IPPODROMO – Nel galoppatoio al coperto tre giovani cavalli <sgambano> ordinatamente in fila. Questa fotografia è nient’altro che un normale souvenir. Il suo <plus>? Nessuno! Ho cominciato perciò ad esplorare l’insieme per individuare, se possibile, un fotogramma che avesse in sé qualcosa di armonico, e di più fotogenico. E ho modificato l’immagine distendendola lungo una direttrice orizzontale che ben si accorda con la traiettoria dei cavalli. Una felice opportunità che ha trasformato una fotografia inutile in una proposta armonica e suggestiva. O no?
*** PONTILE – Nizza, la Promenade. Sono le 17.30 del 12 gennaio, ed anche in Costa Azzurra può fare freddo. Pochi passeggiatori si muovono sulla spiaggia trattenuti dalla magia dell’ora, dal profumo del mare, e dalla suggestione di un cielo segnato da nuvole gradevolmente acquarellate. Un’immagine bella e di semplice fattura. Appena l’ho vista sullo schermo del PC ho intuito che essa ne aveva in grembo altre due anch’esse della identica matrice e le ho volute. Eccole, a riprova del fatto che, <rifilare>, come è in questo caso, non è cosa che richieda l’intervento dei Carabinieri.
*** L’OCCHIO – In un albero grande e grosso è stato scavato un buco profondo di forma conica, e la fotocamera ha registrato, piccolo e lontano, il volto dell’uomo che si era affacciato al vertice della installazione. Ho fotografato l’immagine tal quale e poi, con una bella <croppata> ho realizzato il secondo fotogramma che, ritengo, sia più immediato e più leggibile. E compositivamente più equilibrato per via del formato quadrato. Non è una foto super. E’ però un buon parto gemellare.
*** BICICLETTA – L’immagine <madre> è una semplice e gradevole istantanea di periferia. Nella fotografia rifilata è scomparso l’uomo a sinistra ed il fotogramma così ridimensionato assume una più immediata leggibilità. A me piace la seconda proposta, ad altri la libertà di scegliere diversamente. In fotografia non ci sono canoni rigorosi. E vale la regola “a te non piace, a me sì”.
*** RAGAZZA – Raffinata, elegante la fotografia di partenza con la giovane figura femminile magnificamente ripresa. E’ l’ottimo esercizio di composizione di un autore certamente dotato di uno sguardo super. Entrambe le proposte, quella di origine e quella modificata, hanno positività innegabili. Qual è la migliore? Nessuna risposta. Con questo articolo io ho inteso solo stimolare i fotoamatori a non cestinare di corsa le foto di partenza, ma a verificare se esse ne contengano altra, o altre, di diverse o di migliori.
*** CONTROLUCE – Un buon controluce, per quanto <già visto 999 volte>. Un primo fotogramma verticale con tre palme a protezione di due minuscole figure umane. Un secondo fotogramma orizzontale nato dal primo, e nel quale le due presenze umane risultano più protagoniste. Qual è la fotografia migliore? Non lo so e, se lo sapessi, non lo direi. E ciò in omaggio, in fotografia, alla libertà personale di interpretazione. Ho sempre in mente uno straordinario aforisma di Ansel Adams che recita “in ogni fotografia ci sono sempre due interpreti: chi la ha scattata e chi la osserva” – O no?
*** MANEGGIO – Nel fotogramma originale, quello con la ragazza che spinge una carriola con la paglia per i box, c’è <più ambiente>, mentre in quella rifilata prevale <il ritratto>. Sì, perché in questa diventa protagonista lo sguardo molto vivo della giovane – Anche qui, tocca a voi decidere quale delle due proposte vi piace di più e, quindi, da salvare. Sono due immagini a prima vista analoghe, ma così non è.
*** MODELLA – Un’opera da boutique. Il volto della modella è acceso dalla cornice in nero <inchiostro di china> delle sagome dei due fotografi. Un magnifico gioco di contrasti. La prova <seconda> mette in risalto l’intero il volto della modella. E stavolta, a mio avviso, la scelta che dovrete fare, privilegiando solo uno dei due fotogrammi, non sarà agevole. E serve, anche stavolta, a dimostrare come da un fotogramma possano nascerne uno o due o, addirittura, tre.
*** RONCHAMP – In Francia, presso Belfort, è un paese di circa 3.000 abitanti, celebre per la <Cappella di Notre-Dame du Haut> progettata da Le Corbusier, ed oggi sito dell’Unesco. Un esempio straordinario di moderna architettura religiosa. Vi consiglio, andateci! E ritorniamo alla pratica del <taglio> in fotografia con due opere nate in questo sito. La prima è stata ripresa giusto all’esterno della Cappella e la seconda è figlia della prima. Tutte e due sanno di raccoglimento. Quale delle due vi piace di più?
*** ANTIBES – Nella prova <madre>, quella con le due figure che sono sul ponte che sovrasta il <Port Vauban> ad Antibes, ho intuito che essa avrebbe potuto generare almeno due foto/figlie. E credo di avere fatto un buon lavoro. Le tre immagini sono difatti, a mio avviso, tutte molto ok. Intendo la madre e le due figlie. O no?
*** Mont St. Michel – Enrico Barani, medico/dentista, è fotografo a mezzo servizio, nel senso che a questa sua passione può dedicarsi con relativa…infedeltà. Vediamo questa sua immagine. L’autore, in vacanza in Bretagna, ha voluto un suo personale souvenir di Mont St. Michel, e ci è riuscito con la complicità della moglie. Semplice ed ok la progettualità dello scatto, penalizzato tuttavia in certa misura dai limiti tecnici dello smartphone utilizzato. La prima ripresa evidenzia un neo che l’autore ha inteso eliminare. Osserviamo: ad un primo sguardo, a sinistra del ftg, i capelli della signora sono come addensati in una macchia invadente che non giova alla pulizia dell’insieme. L’autore ha deciso perciò dare una sistematina a questa sua prova. Ha concluso che i capelli della compagna erano troppi ed ha rimediato. Non li ha tagliati però. Ha ridimensionato con FotoShop la capigliatura della modella di quanto era indispensabile per restituire armonia all’insieme. E questo semplice intervento dimostra che la <foto/ghigliottina> talora…può fare anche bene. O no?
Filippo Crea
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